Quanto dura un giorno su Nettuno

Quindici ore, cinquantasette minuti e cinquantanove secondi. Tanto dura un giorno su Nettuno, l’ultimo pianeta del Sistema Solare in ordine di distanza dalla nostra stella. A calcolare con estrema precisione la durata del giorno nettuniano è stato Erich Karkoschka dell’Università dell’Arizona, a Tucson, che ne dà notizia in uno studio pubblicato su Icarus. La scoperta sarà utile per svelare alcuni dei segreti del più lontano dei pianeti solari, come quello della sua composizione interna. La notizia, inoltre, arriva in concomitanza di un altro importante traguardo: questa settimana, infatti, Nettuno completa anche il suo primo giro intorno al Sole da quando è stato scoperto, ovvero nel 1846. Da allora, infatti, è passato un solo anno nettuniano (164,788 anni terrestri).

Capire quanto dura un giorno su Nettuno non è stata una missione semplice, a causa delle condizioni atmosferiche e delle nuvole gassose che lo circondano e che impediscono di fissare dei punti di riferimento sulla sua superficie, come si fa invece con i pianeti rocciosi. In passato, la stima della durata di un giorno nettuniano era stata eseguita grazie ai segnali radio provenienti dalla sonda Voyager 2, che ha incrociato il pianeta durante un incontro ravvicinato nel 1989; le misure sono però state messe in discussione per alcuni difetti di precisione dei segnali stessi. 

Per colmare la lacuna, Erich Karkoschka ha esaminato oltre 500 immagini scattate in vent’anni di osservazioni dal Telescopio Spaziale Hubble, prendendo come punti di riferimento principalmente due perturbazioni del pianeta, chiamate South Polar Feature e South Polar Wave. Pur cambiando nel tempo, infatti, queste tempeste mantengono delle caratteristiche stabili legate alla composizione della superficie sottostante. A partire da questi punti fissi, Karkoschka è riuscito a raffinare la stima della durata del giorno nettuniano, accorciando le precedenti misurazioni (16:06 ore) di qualche minuto. Perché è tanto importante la precisione? “Se sappiamo quanto velocemente ruota un pianeta, possiamo anche determinare la distribuzione della sua massa all’interno”, ha spiegato il ricercatore in un articolo di commento su Nature.  

Riferimenti: doi:10.1016/j.icarus.2011.05.013

Image: Erich Karkoschka

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