Vita

Quarantena, il puledro che non doveva essere nato

Un lieto evento che ha dell’eccezionale: è nato Quarantena, figlio di un asino Amiantino e di una mula. E qui sta il “miracolo”: “Si tratta di un fenomeno molto raro – sottolinea Maurizio Monaci, ginecologo del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Perugia. “Il mulo è la prole ibrida tra una cavalla e un asino e dovrebbe essere sterile, ma non in questo caso”.

Una delle prime uscite di Tula e il neonato Quarantena.

“Un cavallo ha 64 cromosomi e un asino ne ha 62, di conseguenza, la loro prole ne ha 63, un numero dispari che non può essere diviso in coppie, ragione per cui un mulo non può riprodursi”, spiega il genetista Stefano Capomaccio che insieme a Monaci sta studiando il caso. I due professionisti stanno indagando con tecnologie all’avanguardia le cause della inusuale gravidanza a livello molecolare. Forse la scienza riuscirà a spiegarci perché Quarantena somiglia un po’ a un asino e un po’ a un mulo, ma non esattamente ad uno di essi”.

La nascita di Quarantena lo scorso 17 aprile, in pieno lockdown da coronavirus, è avvenuta in una fattoria nei dintorni di Tuscania, in provincia di Viterbo, dove ora tanti si recano per visitare la portentosa famiglia a quattro zampe composta dalla mula Tuona, l’asino Lampo e il puledro Quarantena.

Quarantena con la madre Tuona al pascolo.

“L’evento è così raro che i latini avevano coniato un proverbio Cum mula peperit, che significa appunto quando una mula potrà partorire – ricorda Alessia Ciaramelli, l’ippiatra che ha assistito madre e figlio nelle fasi  post partum. 

Quarantena già alla cavezza.

Ci sono stati pochissimi casi comprovati di un mulo che ha partorito negli ultimi quaranta anni: in Marocco nel 1984 e nel 2002, in Cina nel 1988, in Albania nel 1994 e in Colorado nel 2007. Dal 1527, per nostra conoscenza, ci sono stati solo un totale di 60 casi di mule che hanno partorito. Quando accadde in Marocco, ricorda Ciaramelli, le popolazioni locali temevano che segnasse l’inizio della fine del mondo, in un villaggio dell’Albania, invece, ritenevano che il neonato fosse progenie del diavolo”.

Marina Bidetti

Giornalista e cofondatrice di Galileo servizi editoriali

Articoli recenti

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

2 giorni fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

3 giorni fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

4 giorni fa

Leptospirosi: perché crescono i casi a New York?

Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…

7 giorni fa

Fogli d’oro sottilissimi: arriva il goldene

Potrebbe essere usato in diverse applicazioni come catalizzatore per la conversione dell'anidride carbonica e la…

1 settimana fa

Ecco il buco nero stellare più grande della Via Lattea

BH3 è stato individuato grazie alle strane oscillazioni di una stella povera di metalli

1 settimana fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più