Ema, a chi è consigliata la quarta dose di vaccino

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(Foto: Towfiqu barbhuiya on Unsplash)

Avremo bisogno di una quarta dose di vaccino per continuare a proteggerci da Covid-19? Guardandoci intorno, mentre la variante omicron attraversa il mondo facendo salire il numero di contagi, Israele procede con la somministrazione della seconda dose di richiamo su tutta la popolazione, mentre la Germania e altri paesi la consigliano solo per alcune categorie a rischio

Per il momento, l’Europa continua a raccogliere e valutare i dati relativi all’efficacia delle terze dosi e su un’eventuale ulteriore dose booster: è quanto emerge dalla conferenza stampa di aggiornamento su Covid-19 dell’Agenzia per i medicinali europea (Ema), tenutasi il 3 febbraio. Durante l’incontro, Marco Cavaleri, capo della strategia vaccinale dell’Ema, ha sottolineato che al momento non sono presenti sufficienti evidenze derivanti da studi clinici o da dati di mondo reale che possano giustificare una raccomandazione per la quarta dose nei confronti della popolazione generale. Le cose invece cambiano per le fasce di persone più a rischio.

Cosa dice l’Ema

La conferenza stampa conferma la linea dell’agenzia europea dell’ultimo periodo: lo scorso 21 gennaio, infatti, l’Ema aveva pubblicato un comunicato stampa contenente le raccomandazioni degli enti regolatori internazionali sulle vaccinazioni e il loro impatto sulla variante omicron di Sars-cov-2. 

Esaminando i dati disponibili, le autorità hanno evidenziato che, sebbene i vaccini attuali offrano una minore protezione contro le infezioni e la malattia lieve causate da omicron, essi continuano a offrire una notevole efficacia nell’evitare i ricoveri e la malattia grave, soprattutto dopo una dose di richiamo. Questo è confermato anche dai dati dell’Istituto superiore di sanità, secondo cui la terza dose avrebbe un’efficacia contro la malattia grave pari al 97%. Sebbene, quindi, come si legge nel comunicato, “sta diventando sempre più chiara la necessità di una dose di richiamo per estendere la protezione del vaccino”, emergono dubbi sulla possibilità di somministrare alla popolazione generale un’ulteriore dose booster, strategia al momento adottata da Israele, che, il 25 gennaio scorso, ha raccomandato la quarta dose a tutte le persone maggiori di 18 anni che avessero ricevuto la terza dose da 5 mesi. 

Secondo l’Ema, comunque, la somministrazione di dosi multiple di richiamo a brevi intervalli (in poche parole, dosi booster ogni 3-4 mesi) non rappresenta un approccio sostenibile a lungo termine; inoltre nel documento del 21 gennaio le autorità di regolamentazione globali incoraggiavano la comunità scientifica internazionale e gli sviluppatori di vaccini a esaminare approcci alternativi ai vaccini monovalenti

“Stiamo esaminando tutti i dati emergenti, inclusi quelli di Israele, sull’uso di una seconda dose booster degli attuali vaccini anti-Covid-19. Al momento, comunque, non ci sono prove sufficienti dai trial clinici o da real-world data che possano supportare una raccomandazione del secondo richiamo per la popolazione generale”, ha confermato Cavaleri. 

Le fasce a rischio

Tuttavia, Ema puntualizza che questo discorso non vale per determinate categorie a rischio, come le persone immunocompromesse. “I livelli di efficacia degli attuali vaccini nel corso del tempo, insieme alla diffusione di omicron, sono dati rilevanti per capire l’effettiva necessità e le eventuali tempistiche di un’ulteriore dose di richiamo. Come già detto in passato, per le persone gravemente immunocompromesse che ricevono una serie primaria di tre dosi di vaccino a mRna, una quarta dose sarebbe il primo richiamo per loro e, in quanto tale, è già raccomandata”, ha precisato Cavaleri. 

Parlando di dosi aggiuntive al ciclo vaccinale completo, infatti, il ministero della Salute fa una distinzione tra la cosiddetta dose addizionale e la dose booster: per dose addizionale, infatti, si intende “una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria”, raccomandata per i soggetti sottoposti a trapianti, persone immunocompromesse o che mostrino un significativo beneficio, in termini di risposta immunitaria, derivante dalla dose aggiuntiva di vaccino. La dose booster, invece, è la dose di richiamo riservata alla popolazione generale, “una dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria”. 

Tornando alla necessità della quarta dose, la linea seguita dall’Ema è una strategia già adottata da diversi paesi, europei e non: vi avevamo già raccontato che il Regno Unito, gli Stati Uniti, il Cile e la Grecia avevano autorizzato la somministrazione di una quarta dose per le persone immunocompromesse, mentre è di ieri la notizia che anche in Germania la commissione vaccinale ha consigliato la seconda dose di richiamo per alcune fasce di persone particolarmente esposte. In particolare, la raccomandazione vale per le persone immunodepresse e immunocompromesse, gli ultrasettantenni che vivono in case di cura e il personale sanitario che ha contatti con fasce a rischio.a alla popolazione generale, “una dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria”. 

Via: Wired.it

Credits immagine: Towfiqu barbhuiya on Unsplash