“Per curare qualcuno dobbiamo sapere chi è, che cosa pensa, che progetti ha, per cosa gioisce e soffre. Dobbiamo far parlare il paziente della sua vita, non dei disturbi”. Sono le parole sono del Prof, come veniva chiamato Umberto Veronesi, e qui è in parte racchiusa la sua eredità. Chi è in grado di raccoglierla forse non salverà più vite di altri, ma avrà adempito a uno dei doveri di un medico: saper ascoltare i bisogni del malato. A lui, nel giorno del suo compleanno, è dedicato un riconoscimento importante, il primo dato dalle donne che lo stesso Veronesi tanto amava: il Riconoscimento U.V. al laudato medico di Europa Donna Italia (Edi), l’organizzazione che riunisce oltre 110 associazioni di pazienti con tumore al seno, voluta dallo stesso Veronesi oltre venti anni fa.
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