Quel meteorite che magnetizzò la Luna

Un impatto gigante, tale da lasciare un’impronta del diametro di 2.500 chilometri, cioè due volte e mezzo l’Italia in lunghezza. È avvenuto in passato sulla Luna, e non ha solamente scavato il più grande cratere del Sistema solare. Ai suoi margini, infatti, affiorano zone di crosta intensamente magnetizzate: un caso insolito, dato che il nostro satellite presenta un debole campo magnetico ed è povero di minerali che possano registrarne la direzione (ovvero, magnetizzarsi). Insomma, un vero e proprio rompicapo per gli scienziati.

Sui misteri del Bacino Polo Sud-Aitken (SPA) – questo il nome dell’enorme cratere, evidenziato nella foto dal tracciato ellittico – intervengono sulle pagine di Science ricercatori dell’Institut de Physique du Globe de Paris, guidati da Mark Wieczorek. Nell’immagine in falsi colori, catturata sorvolando l’emisfero meridionale del nostro satellite, le macchie rosse su sfondo blu rappresentano la magnetizzazione anomala. La loro disposizione ricalca abbastanza bene i margini del Bacino SPA solo nella sua parte superiore.

L’ipotesi di Wieczorek e colleghi prevede un meteorite di 200 chilometri di diametro precipitato sul suolo lunare con un angolo obliquo. Questa particolare traiettoria spiegherebbe così la forma allungata del cratere, con l’accumulo superiore della maggior parte dei detriti. Sarebbero proprio i frammenti del meteorite ad avere arricchito zone localizzate con minerali magnetici, tipo solfuri e leghe a ferro-nickel.

A completare il quadro manca però uno dei protagonisti della storia: l’elemento che avrebbe generato il campo magnetico necessario a megnetizzare quei frammenti. A tale proposito si immagina, con la dovuta prudenza, l’instaurarsi del cosiddetto effetto dinamo temporaneo, innescato in corrispondenza del limite nucleo-mantello dal gigantesco urto con il corpo impattante.

Riferimento: Science DOI: 10.1126/science.1214773

Credit per l’immagine: Science/AAA. E’ l’insieme di più foto riprese dal Lunar Reconnaissance Orbiter Camera

2 Commenti

  1. È bello ,divertente ,quasi comico e purtroppo anche inevitabilmente patetico,vedere l’impegno e la fantasia che mettono i ricercatori nel dare una spiegazione ad alcuni fenomeni legati al magnetismo,sorvolando anche su un minimo di logica a cui dovrebbero attenersi.
    Non sarebbe tutto più semplice considerare i materiali ferromagnetici come dei semplici rivelatori “contenitori” di energia magnetica,senza coinvolgerli anche nella sua genesi?
    Anche perché l’unica prova dell’esistenza di magnetismo naturale,si trova all’interno di grandi masse gassose,(atmosfera terrestre compresa),dove la quantità di energia posseduta,ricevuta,è sempre proporzionale al livello di magnetismo presente,la forma dei campi magnetici del sole dovrebbe insegnare molte cose.
    Nel periodo di raffreddamento ,solidificazione ,anche la luna ha avuto un’atmosfera significativa.
    Se il bacino SPA fosse stato semplicemente un mare di magma in raffreddamento e solidificazione, e alcune meteoriti notoriamente ricche ferro fossero cadute sul bordo di questo lago,nei passaggi avvenuti da riscaldamento a raffreddamento in presenza di un campo magnetico,si sarebbero magnetizzate come avviene nelle rocce terrestri.

  2. Mi sono accorto che a qualcuno interessano i miei commenti su Galileo,commenti che….lo posso capire benissimo,è normale che vengano presi come delle “sparate fantasiose”,ma non ho capito che genere di interesse ha quello che scrivo per queste persone.Comunque per soddisfare la loro curiosità ho deciso di completare questa mia “sparata” illustrandone meglio i dettagli.
    Nel mio commento precedente avevo dato per scontato che il campo magnetico di un pianeta non sia generato al suo interno da una dinamo o da un altro marchingegno,ma dalla sua atmosfera e dall’interazione che questa ha con la sua superficie.Penso infatti che siano alcune particolari caratteristiche delle molecole di ossigeno e di azoto a formare il campo magnetico terrestre.
    Queste molecole come anche altri elementi gassosi,dovrebbero essere in grado di emettere una particolare frequenza elettromagnetica dallo spettro delle loro emissioni, una frequenza talmente corta da attraversare gli atomi procurando loro solo una piccola perturbazione,ma sufficiente a orientare in una sola direzione l’ossigeno e l’azoto dell’atmosfera terrestre .L’azoto in particolare,nel suo orientamento dovrebbe permettere il passaggio di questa “energia” in un solo senso.
    Il magnetismo dovrebbe essere costituito da questa particolare energia che viene incanalata in una sola direzione dalle molecole di ossigeno e azoto,e sommata da queste come se fossero tanti piccoli dipoli fino a formare linee magnetiche parallele e di differenti intensità.Quest’ultima dovrebbe essere sempre proporzionata alla media dell’ energia elettromagnetica presente nello spazio dove si forma la linea magnetica.
    Anche il reticolo cristallino del ferro è in grado di incanalare le linee di un campo magnetico,ma questo avviene da ogni direzione.
    Avrei diverse curiosità da levarmi per testare questa mia idea“pazzesca“,una di queste sarebbe,conoscere i campi magnetici,e le loro variazioni se ce ne fossero,all’interno delle correnti sottomarine profonde.
    Chissà se qualcuno può darmi informazioni del genere che per la loro particolarità sono difficili da trovare.

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