“L’aspetto e lo stato di salute di Dolly sono esattamente quelli di un qualsiasi agnellino di un anno. Non c’è nessuna prova che l’invecchiamento delle sue cellule sia più precoce o più avanzato di quanto ci si aspetti in una pecora della sua età”. Parola di Ian Wilmut, il biologo scozzese che nel febbraio scorso conquistò le prime pagine dei giornali di tutto il mondo annunciando la nascita di Dolly, il primo agnellino clonato dalle cellule di un individuo adulto.
La notizia che Dolly sarebbe “nata vecchia”, dato che il suo intero patrimonio genetico proviene da una pecora di sei anni, è circolata nei giorni scorsi sulla stampa italiana e straniera. I giornali hanno riportato alcune dichiarazioni che sarebbero state rilasciate dallo stesso Wilmut durante una conferenza organizzata a Washington dall’Associazione Americana per l’Avanzamento della Scienza. Lo scienziato scozzese avrebbe detto che “i cromosomi di Dolly presentano lievi modificazioni strutturali”, tipiche degli animali più anziani. Se così fosse, la novità sarebbe clamorosa. Scoprire che gli individui clonati nascono già vecchi aggiungerebbe un pesante capitolo al già rovente dibattito sulla clonazione. Invece, Dolly sembra proprio crescere normalmente. Tanto che, a quanto ha dichiarato Wilmut, la primavera prossima verrà anche fatta accoppiare.
Il fatto è che al Roslin Institute, il centro di ricerca scozzese dove Dolly è nata, dichiarano di non avere nessun dato definitivo sull’invecchiamento della pecora clonata. In questa intervista a Galileo Ian Wilmut corregge l’interpretazione che i giornali hanno dato alle sue parole.
Dunque, dottor Wilmut, come procede l’invecchiamento di Dolly? E’ vero, come hanno scritto alcuni giornali, che si tratta di “una pecora anziana in un corpo di agnello”?
“Non ho mai affermato nulla del genere. Naturalmente la questione si pone, dato che Dolly è stata generata a partire dalle cellule di una pecora di sei anni. La domanda è: la tecnica del trasferimento nucleare utilizzata per la nascita di Dolly ha fatto ripartire da zero tutti i processi che avvengono nelle sue cellule? Questa, per ora, è solo una domanda. Non abbiamo la risposta. Si tratta certamente di un aspetto che stiamo studiando, ma insisto: non abbiamo i risultati di questi esperimenti”.
Che tipo di test state conducendo per seguire l’invecchiamento di Dolly?
“Vi sono diversi elementi che vengono presi in considerazione. Uno di questi è lo stato dei telomeri dei cromosomi dell’animale. I telomeri sono quelle porzioni dei cromosomi che si accorciano a ogni divisione cellulare, cioè man mano che l’animale invecchia. Gli studi sul loro stato sono ancora in corso. Ma ripeto che a Washington non ho presentato alcun risultato. Non abbiamo ancora nessun risultato completo”.
E questi dati saranno presto disponibili?
“Saranno certamente disponibili. Ma non posso ancora prevedere quando”.