Quell’Universo non convince

“Interessante ma probabilmente sbagliato”. Così è stato accolto dalla gran parte della comunità scientifica internazionale l’annuncio che l’Universo avrebbe una direzione privilegiata. Nonostante la diffidenza degli esperti, la ricerca di Borge Nodland dell’Università di Rochester (New York) e Jolm Ralston dell’Università del Kansas ha avuto un effetto dirompente. Anche perché a pubblicarla, il 21 aprile scorso, è stata la rivista “Physical Review Letters”, una delle bibbie del settore. Confortati dall’autorevolezza della fonte, molti giornali hanno riferito di una possibile rivoluzione cosmologica, di un Universo che ha una destra e una sinistra, un alto e un basso, invece di essere uguale in tutte le direzioni.

Il lavoro di Nodland e Ralston si basa sullo studio della luce proveniente da 160 galassie. “La nostra analisi”, ha detto Borge Nodland a Galileo, “sembra indicare che le onde luminose si comportano in modo diverso a seconda della direzione di provenienza. In particolare abbiamo trovato una direzione che sembra privilegiata se confrontata con le altre. Punta verso la costellazione del Sestante e le onde elettromagnetiche che viaggiano lungo di essa hanno il piano di polarizzazione ruotato al massimo”.

I due ricercatori americani hanno infatti misurato l’angolo esistente tra l’asse maggiore delle galassie e la direzione di polarizzazione della loro luce. E, stando al loro articolo, hanno scoperto che quest’angolo è diverso per galassie che si trovano in zone opposte dell’Universo. Nodland e Ralston si cono così convinti di aver individuato l’esistenza di una direzione privilegiata dello spazio. Hanno anche proposto una spiegazione. “Secondo noi”, spiega Nodland, l’effetto è causato dall’interazione tra il campo elettromagnetico delle onde e uno sconosciuto “campo di anisotropia”. Potrebbe anche trattarsi di una nuova particella, detta assione”.

La presunta scoperta metterebbe in discussione gran parte dei modelli cosmologici più accreditati. Quasi tutte le teorie sull’evoluzione dell’Universo partono dall’ipotesi fondamentale che esso sia omogeneo e isotropo, ovvero che non esistano direzioni privilegiate. Inoltre gli scienziati immaginano il big bang, l’esplosione che ha dato origine all’Universo, come un evento completamente simmetrico. “Forse”, dice invece Nodland, “non si è trattato di un big bang perfetto ma con una deformazione dello spazio e del tempo. Una deformazione che potrebbe essere all’origine della direzione privilegiata che abbiamo osservato”.

Una ipotesi che non riscuote alcun successo tra gli esperti e che anzi rafforza i dubbi sulla validità della “scoperta” di Nodland e Ralston. “Il loro studio è completamente sbagliato”, commenta Dennis Sciama, astrofisico che è stato maestro di Hawking e che ora lavora alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati. “Lo dimostra”, continua Sciama, “un articolo di Daniel Eisenstein, dell’Istituto di studi Avanzati di Princeton, ed Emory Bunn, del Bates College di Lewiston”.

Eisenstein e Bunn sostengono che la scoperta di una direzione privilegiata nell’Universo sia solo frutto di un banale errore nell’analisi statistica adottata. La replica di Nodland non si è fatta attendere. “Mi sembra che Eisenstein e Bunn ci suggeriscono di usare un’analisi statistica che elimina completamente la possibilità di una anisotropia dello spazio. Abbiamo seguito il loro suggerimento e abbiamo nuovamente ottenuto una indicazione dell’esistenza di una direzione privilegiata, anche se meno forte della precedente”. Una affermazione che assomiglia molto ad un ripensamento.

Dunque l’Universo è tornato quello di prima dopo che per qualche giorno, almeno sulle pagine dei giornali, gli erano state attribuite una destra e una sinistra, un alto e un basso.

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