Razzi a propulsione ipersonica

    Ossigeno dall’atmosfera, anziché dai serbatoi, per satelliti e velivoli spaziali alimentati a propulsione ipersonica. È quanto si sta sperimentando a Milano, presso l’Istituto per l’energetica e le interfasi (Ieni) del Cnr, dove è operativo un tunnel che permette la simulazione di volo a velocità ipersonica con la tecnologia ‘Scramjet’, Supersonic Combustion Ramjet. “Il propulsore scramjet si basa sulla combustione supersonica” spiega Giulio Riva, ricercatore dello Ieni di Milano, “e al contrario di quanto avviene nei motori a razzo, l’ossigeno necessario alla combustione viene preso dall’atmosfera invece che da un serbatoio alloggiato sul velivolo”. Il propulsore è formato da una camera di combustione nella quale entra l’aria a velocità supersonica e viene iniettato il combustibile per cui avviene la combustione. Con questo tipo di propulsione si possono raggiungere velocità molto elevate, dal limite più basso pari a cinque volte la velocità del suono fino 15 volte e oltre. Nel tunnel, sviluppato nel 1998 dal Cnr e dall’Agenzia spaziale italiana, i ricercatori stanno studiando lo sviluppo una nuova generazione di lanciatori a costi notevolmente ridotti rispetto a quelli attuali. Gli ‘scramjets’ nel prossimo futuro potrebbero essere usati come motori intermedi per la messa in orbita di satelliti o equipaggi, o come propulsori di crociera per velivoli ipersonici. (da.c.)

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