Tecnologia

Il razzo della Blue Origin ce l’ha fatta di nuovo

(foto: Blue Origin)

 

In questi mesi due società sono impegnate nello sviluppo di una nuova generazione di veicoli spaziali. Sono la SpaceX di ElonMusk e la Blue Origin di Jeff Bezos, entrambe alla prese con il collaudo di razzi riutilizzabili: in grado di decollare, portare a termine il proprio incarico e poi eseguire un atterraggio verticale. Il vantaggio è che questi dispositivi permetteranno di tagliare nettamente i costi delle missioni spaziali, ma costruirli è estremamente difficile. Lo dimostrano i due fallimenti consecutividel Falcon 9 di Musk, che lo scorso dicembre era riuscito a portare a temine con successo il suo primo atterraggio di rientro dall’orbita. A Bezos in compenso sembra andare un po’ meglio: il 2 aprile infatti il suo New Shepard ha eseguito il suo terzo collaudo consecutivo terminato con un atterraggio perfetto.

A differenza del razzo della Space X, progettato per raggiungere laStazione Spaziale Internazionale, quello della Blue Origin ha un obbiettivo più modesto: viaggi sub orbitali, a scopo turistico, o per il trasporto di materiali nella bassa orbita terrestre.

Le tecnologie sviluppate in questa fase comunque sono solo il primo passo nel grande piano di Bezos, che punta in futuro a sviluppare anche lui, come il rivale Musk, veicoli orbitali riutilizzabili.

Il test di due giorni fa ha portato per la terza volta il razzo New Shepard ad un’altezza di circa 103 chilometri, per poi farlo riatterrare con successo nel sito di partenza. Rispetto ai due collaudi precedenti (arrivati a novembre e gennaio scorsi), questa volta la missione era più pericolosa. Il razzo infatti ha riacceso i suoi propulsori quando si trovava a un solo chilometro dal suolo, una distanza da cui il minimo malfunzionamento lo avrebbe portato a schiantarsi in soli 6 secondi. A spiegarlo è un tweett dello stesso Bezos.

In questa fase, i test del New Shepard vengono ancora eseguiti senza equipaggio. Se tutto continuerà ad andare secondo i programmi però, la Blue Origin dovrebbe iniziare il prossimo i test con personale umano a bordo del razzo. A quel punto, i viaggi con i primi turisti dovrebbero essere praticamente dietro l’angolo.

Via: Wired.it

 

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

Articoli recenti

Il talco può aumentare il rischio di tumore?

Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson pagherà 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause…

3 giorni fa

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

6 giorni fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

1 settimana fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

2 settimane fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

2 settimane fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più