Il termine “naturale”, posto in bella evidenza sulle confezioni dei generi alimentari, fa percepire i prodotti come più freschi, poco alterati e dunque più sani e sicuri. Ma cosa è naturale e cosa non lo è? Per sapere dove passa questo labile confine i consumatori (e le industrie del settore alimentare) americani dovranno attendere la fine del 2008. Perché negli Usa mancano ancora delle chiare indicazioni sui requisiti che i prodotti devono necessariamente possedere per potere essere definiti “naturali”. E solo alla fine dell’anno il Dipartimento dell’Agricoltura emanerà delle direttive chiare per poter distinguere tra le due categorie.
Oltreoceano il dibattito si è riaperto in occasione di due importanti appuntamenti: il meeting annuale dell’Institute of Food Technology (IFT) di Chicago e il Food Expo di New Orleans, nel quale gli esperti del settore hanno cercato di stabilire qualche punto fermo. Per essere naturale, un prodotto deve essere privo di ingredienti artificiali o sintetici o di additivi, tra cui coloranti, aromi, dolcificanti e tutte quelle sostanze “che normalmente non si trovano nei cibi”.
Proprio per il suo significato ambiguo, la Food and Drug Administration sconsiglia ai produttori l’uso del termine sulle etichette. Ma per valutare eventuali violazioni alla normativa si procede a vista, “caso per caso”. “Il Dipartimento dell’Agricoltura che controlla la qualità di carni, pollame, e uova sta lavorando all’introduzione di specifiche linee guida”, precisa Daniel Engeljohn, ricercatore del servizio ispettivo del Dipartimento. La normativa entrerà in vigore entro la fine del 2008 e fornirà orientamenti ed indicazioni precise riguardo ai processi di “sofisticazione” di cibi e bevande e le regole da seguire per l’etichettatura.
Per le aziende del settore alimentari e bevande, rappresentati dal Grocery Manufacturers Association, la situazione rimane controversa, secondo Regina Hildwine, direttrice del Food Labeling and Standards.“Tra gli industriali regna il disaccordo riguardo alle procedure da seguire a causa dell’ambiguità e complessità della tematica. Spetta ad organizzazioni preposte come la Fda e il Dipartimento dell’Agricoltura definire regole e modalità per l’etichettatura dei prodotti”, dice Hildwine: “è urgente il loro intervento, prima che ci trovi in una situazione di difficile gestione”. (e.r.)
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