Categorie: Società

Ridurre non serve

Le mezze misure, nel fumo, non esistono: dimezzare il numero di sigarette fumate ogni giorno non serve a tenere lontani i rischi per la salute. Per evitare rischi bisognerebbe dare un taglio netto. È quanto sostiene una ricerca condotta da Aage Tverdal del Norwegian Institute of Public Health di Oslo e Kjell Bjartveit del National Health Screening Service (Oslo) e pubblicata su Tobacco Control. Per mettere in evidenza l’utilità temporanea della riduzione del consumo di fumo, gli studiosi hanno monitorato un campione di oltre 51 mila uomini e donne, di età compresa tra i 20 e i 34 anni, per un periodo molto lungo. Dopo l’iniziale screening per i fattori di rischio cardiovascolare, infatti, i partecipanti sono stati monitorati altre volte a distanza di tre e dieci anni, per un periodo totale di oltre due decenni.

Il campione è stato suddiviso in vari gruppi: non fumatori, ex fumatori, fumatori moderati (da 1 a 14 sigarette al giorno) fumatori che hanno ridotto il consumo giornaliero dalle oltre 15 sigarette al giorno a meno della metà al momento del secondo check e infine forti fumatori, con un consumo di oltre 15 sigarette al giorno. Alla fine del monitoraggio i ricercatori hanno potuto notare che tra gli uomini che avevano dimezzato il consumo di sigarette dall’inizio dello studio i tassi di mortalità prematura per cancro al polmone non erano significativamente più bassi rispetto a quelli di chi aveva continuato a fumare lo stesso quantitativo durante tutto l’arco dello screening. Se si analizzava il tasso di mortalità per più cause, invece, esso era leggermente più basso negli uomini che avevano ridotto il consumo di sigarette rispetto ai fumatori accaniti, ma solo durante i primi 15 anni del monitoraggio.

Per quanto riguarda le donne, invece, nessuna differenza è stata notata nel tasso di mortalità per cause specifiche, per esempio le malattie cardiovascolari, tra quelle che avevano ridotto il consumo di fumo e quelle che invece continuato a fumare lo stesso numero di sigarette. Anzi, prendendo in esame la mortalità dovuta a più fattori le partecipanti che avevano dimezzato il numero di sigarette mostravano tassi più elevati rispetto alle fumatrici accanite. (r.p.)

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