Rigenerata la mielina

Si profila una nuova possibilità per riparare la mielina, una sostanza cruciale per il funzionamento del cervello che viene danneggiata da diverse malattie. Aree estese del cervello di topi privi di mielina hanno infatti recuperato le proprie funzioni grazie all’iniezione di cellule nervose umane immature. Il risultato, pubblicato su Nature Medicine, è stato ottenuto dall’equipe di Steven Goldman, dello University Rochester Medical Center, nello stato di New York. La mielina è una sostanza grassa prodotta da cellule dette oligodendrociti, e riveste i prolungamenti dei neuroni (assoni), facilitando la trasmissione dei segnali elettrici da un neurone all’altro. Quando la mielina è danneggiata, cosa che avviene per esempio a causa della pressione alta o dei disturbi cardiaci, la comunicazione tra le cellule rallenta o viene interrotta: nei casi più gravi, come nella sclerosi multipla o nelle leuocodistrofie, ciò può portare a demenza o difficoltà motorie e respiratore. Goldman e collaboratori hanno iniettato, in sedi specifiche del cervello di topi nati senza mielina, le cellule umane progenitrici degli oligodendrociti (cioè cellule già differenziate in cellule nervose, ma che devono ancora differenziarsi ulteriormente per acquisire la loro funzione). Le cellule si sono poi diffuse in tutto il cervello e, una volta maturate, hanno cominciato a produrre mielina, che ha rivestito circa il 10% degli assoni cerebrali: in precedenti esperimenti basati su altri metodi si era arrivati ad un massimo dell’1%. “L’impianto di oligodendrociti potrebbe rappresentare una possibilità di trattamento per patologie demielinizzanti”, ha affermato Goldman. Occorreranno però molto lavoro e molto tempo prima che si arrivi a studi clinici sugli esseri umani. (va.m.)

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