Spazio

La Nasa conferma: Perseverance ha prelevato il primo campione di roccia marziana

Ci sono voluti circa sei giorni per poterlo dire con certezza: il primo settembre Perseverance (il rover della Nasa lanciato il 30 luglio 2020 per studiare la geologia marziana e cercare tracce di vita microbica presente o passata) ha raccolto il suo primo campione di roccia marziana e ora lo custodisce gelosamente nella “pancia”, in attesa di consegnarlo a una futura missione di recupero che lo riporti sulla Terra.

Il primo tentativo

Cratered Floor Fractured Rough, cratere Jezero, 06 Agosto 2021.

Il primo tentativo di raccolta, per Perseverance, risale a poco più di un mese fa. In quell’occasione però, e inaspettatamente, la roccia aveva risposto male al carotaggio riducendosi in polvere e piccoli frammenti che erano andati persi durante le operazioni di raccolta, lasciando la provetta – ormai sigillata – priva di contenuto. Sebbene non fosse stato raccolto alcun campione di roccia, comunque, non si può dire che il tentativo sia andato a vuoto perché la provetta contiene un campione di atmosfera marziana che gli scienziati avevano comunque previsto di raccogliere in futuro.

Premiata la perseveranza

South Seitah, cratere Jezero, 01 settembre 2021.

Per il secondo tentativo, avvenuto la scorsa settimana quasi mezzo chilometro più in là, gli scienziati hanno scelto una cresta lunga circa 900 metri costellata di rocce affioranti e massi, chiamata Citadelle. L’obiettivo, in particolare, era una roccia con dimensioni poco più grandi di una valigetta, La Rochette, la cui integrità nonostante la continua esposizione al vento ne suggeriva la natura più resistente e adatta. In questo caso, comunque, gli scienziati hanno usato più cautela: subito dopo il carotaggio, il braccio robotico di Perseverance si è rivolto alla camera Mastcam-Z, che ha ripreso il contenuto estratto dalla roccia (e che questa volta sembrava essere lì). In seguito, per rimuovere eventuali residui di polvere che avrebbero impedito una chiusura perfetta della provetta, il tubo è stato fatto vibrare 5 volte per circa un secondo, in una manovra chiamata “percuss to ingest”, alla quale è seguita una seconda acquisizione di immagini volte a verificare di non aver perso il contenuto prima di sigillare il campione. La conferma definitiva è arrivata lunedì 06 agosto, alle 18:34 ora italiana: gli scienziati hanno quindi ordinato a Perseverance di trasferire la provetta all’interno del rover e di sigillare ermeticamente il contenitore, dopo aver preso un’altra, rassicurante, immagine del contenuto.

Il viaggio di Perseverance

Il primo campione, dicevamo, è ora sigillato in un tubo di titanio ermetico, disponibile per il recupero in futuro. La Nasa e l’Esa stanno infatti pianificando una serie di missioni future, la campagna Mars Sample Return, per riportare sulla Terra, per la prima volta, il materiale raccolto su un altro pianeta.

La raccolta di piccole porzioni di terreno è uno degli obiettivi più importanti della missione marziana Perseverance, ed è fondamentale per indagare la storia geologica passata del Pianeta rosso e, soprattutto, per identificare eventuali tracce di vita microbica. La prima campagna scientifica sarà completa quando il rover tornerà al suo sito di atterraggio, dopo aver percorso circa 2,5-5 chilometri e riempito fino a otto dei suoi 43 tubi campione. Dopodiché, Perseverance viaggerà verso nord e poi verso ovest, per cominciare la sua seconda campagna scientifica sul delta del cratere Jezero, il punto in cui un antico fiume sfociava su un lago all’interno del cratere. La regione potrebbe essere particolarmente ricca di minerali argillosi, che sulla Terra sono spesso associati a processi biologici.

Riferimenti: Nasa

Valentina Guglielmo

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