Rigenerare, senza la benché minima cicatrice, arti mutilati, polmoni e midollo spinale danneggiati, e anche parti del cervello. Di queste meraviglie è capace la salamandra axololt (Ambystoma mexicanum), originaria del Messico Centrale, grazie a cellule molto simili a quelle staminali adulte dei mammiferi, che possono ricreare il tessuto cui appartengono. La scoperta, rivelata sulle pagine di Nature, è opera di un gruppo di ricercatori dell’Università delle Florida, del Max Plank Institute e dell’Università Tecnica di Dresda. Negli studi condotti finora sembrava che fossero, invece, cellule simili a quelle embrionali a provvedere alla rigenerazione.
Quando un axolotl perde, per esempio, una zampa, si forma un piccolo rigonfiamento sulla terminazione dell’arto, chiamato blastema. Appena tre settimane dopo, l’animale (la cui vita media è di circa 12 anni) può contare su una nuovo arto totalmente funzionante. Per capire il processo di rigenerazione, i ricercatori hanno utilizzato un marcatore genetico fluorescente, la proteina Gfp (Green fluorescent protein) in tessuti geneticamente modificati.
Gli scienziati hanno prelevato specifiche parti o organi dalle salamandre transgeniche marcate con la Gfp, le hanno impiantate in animali normali e successivamente hanno tagliato un pezzo del tessuto innestato per osservare il processo di rigenerazione. Hanno potuto così determinare il destino delle cellule fluorescenti nel blastema e scoprire che le cellule provenienti da uno specifico tessuto sono in grado, con pochissime eccezioni (cellule della pelle e cartilagine), di ricreare solamente cellule e tessuti dello stesso tipo. Il blastema che si forma, cioè, contiene cellule staminali che sembrano conservare una “memoria” della loro provenienza e che agiscono di conseguenza.
Queste recenti scoperte riconducono la straordinaria capacità rigenerativa di questi animali a cellule staminali molto simili a quelle presenti, in piccole quantità, nei tessuti adulti dei mammiferi. “Il processo ricorda più di quanto credessimo quello che operano le nostre cellule adulte nel riparare una frattura”, ha spiegato Malcom Maden, docente di biologia all’Università della Florida, “e questo alimenta la speranza di poter apprendere un giorno la capacità di rigenerare i diversi tessuti nell’essere umano”. (f.f.)
Riferimenti: Nature doi:10.1038/nature08152
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