Categorie: AmbienteSalute

Fda, sì al salmone geneticamente modificato

Il salmone geneticamente modificato è sicuro e può essere mangiato. La notizia campeggia sulla pagina della Food and Drug Administration (Fda), l’agenzia statunitense per la regolamentazione dei prodotti alimentari e dei farmaci. Il salmone AquAdvantage della AquaBounty geneticamente ingegnerizzato a crescita rapida è sicuro e nutritivo come quello non gm, continua la nota diffusa poche ora fa. La decisione è di quelle destinate a far storia: si tratta infatti del primo animale geneticamente modificato approvato per il consumo sulle tavole degli americani. Ed sarebbe anche il primo caso nel mondo.

La storia del salmone gm è lunga, cominciata già nel 1989, con la creazione della linea AquAdvantage: un salmone atlantico ingegnerizzato con un gene dell’ormone della crescita proveniente dal salmone reale. Gene a sua volta sotto il controllo di un pezzettino di dna proveniente da un altro animale marino (della famiglia delle Zoarcidae), che ne regola (aumenta) l’espressione.

Il risultato di questo costrutto genetico è che il salmone ingegnerizzato cresce nella metà del tempo rispetto al salmone non modficiato (raggiungendo le dimensioni utili per il mercato nel giro di 18-20 mesi contro i 28-26 di un salmone tradizionale, riferisce il New York Times).

La prima richiesta di approvazione all’Fda è stata sottoposta nel 1995. Ci sono voluti quindi vent’anni per valutare attentamente il profilo di sicurezza per l’animale stesso, per l’uomo, la stabilità genetica e le rivendicazioni avanzate dal produttore (se davvero cresce più velocemente). E, ovviamente, sono stati pesati anche i rischi per l’ambiente. Le valutazioni in merito hanno mostrato che il salmone ingegnerizzato non comporterebbe significativi impatti per l’ambiente, e questo perché, scrivono dall’Fda: “le misure di contenimento multiple che l’azienda userà nelle strutture a terra [in serbatoi a terra, nda] in Panama e in Canada renderenno estremamente improbabile che il pesce possa scappare e stabilirsi in natura”. Inoltre i salmoni sarebbero resi sterili, così da scongiurare i timori circa la possibilità di riproduzione e incroci nel caso dovessero scappare (sebbene non potrebbe essere garantita questa sterilità, secondo alcuni esperti).

Oltre i timori di una possibile fuga in natura, gli oppositori sostengono che il pubblico non sia ben disposto a consumare animali geneticamente ingegnerizzati. Anche per questo – sebbene non sia richiesto dalla legge che cibi derivati da questo salmone siano etichettati come geneticamente ingegnerizzati – l’agenzia statunitense sta lavorando a dei documenti per indirizzare i produttori nei processi di etichettatura, aiutandoli a rendere più chiaro ai consumatori se ciò che acquistano contiene o meno prodotti ingegnerizzati. Su base volontaria,. Approvazione a parte l’arrivo sul mercato dei salmoni a crescita rapida non sarà immediato, ma potrebbe richiedere anche un paio d’anni.

Via: Wired.it

Credits immagine: Jill Siegrist/Flickr CC

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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