Comprendere il valore degli oggetti simbolici e saperli utilizzare come “moneta” di scambio non è una prerogativa degli esseri umani o delle altre scimmie antropomorfe. Anche le scimmie sudamericane, in particolare i cebi dai cornetti (Cebus apella), sono in grado di usare un oggetto in luogo di un altro. Lo dimostra la ricerca condotta da Elsa Addessi, Elisabetta Visalberghi e collaboratori dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (Unità di Primatologia Cognitiva, Cnr di Roma), pubblicato su Plos One.
I simboli sono oggetti (reali o virtuali) il cui valore è stato deciso arbitrariamente e poi accettato da tutti gli individui di un gruppo, che li usano per rappresentare altri oggetti. Basti pensare a un quadro, a un assegno o alle monete stesse. Le competenze simboliche, però, non sono una prerogativa degli esseri umani, ma appartengono anche alle scimmie antropomorfe e, stando al nuovo studio ora pubblicato, ai cebi.
L’esperimento risolutivo è stato condotto su cinque scimmie chiamate a scegliere tra porzioni di cibo diverse per qualità e quantità (in particolare sono state preparate tre porzioni indicate con le lettere A, B e C). In un primo caso alle scimmie sono stati offerti veri e propri alimenti, mentre nel secondo caso i cebi hanno effettuato la scelta tra diversi oggetti, come fiches da poker (token), privi di un legame diretto con il cibo, ma che potevano poi essere scambiati con gli alimenti corrispondenti. I token, dunque, potevano essere utilizzati dai cebi dai cornetti così come noi utilizziamo le figurine. Nell’esperimento, non solo i cebi hanno scelto di usare il token relativo al cibo preferito, ma hanno mostrato anche di poter effettuare associazioni di tipo “transitivo”, confermando precedenti studi. In sostanza, se l’alimento A era preferito dal cebo rispetto a B e, a sua volta, B era preferito a C, allora A era automaticamente preferito a C anche in termini di token.
I ricercatori hanno inoltre constatato che lo “scarto di valore” assegnato alle tre porzioni (dipendente dai gusti personali di ciascun cebo), aumentava nel contesto simbolico. Per esempio, mentre nella scelta del cibo reale una ciambellina di cereali equivaleva, come “valore di gradimento”, a due pezzi di parmigiano, nel contesto simbolico la stessa ciambellina equivaleva a ben quattro pezzi di parmigiano (dunque un token “ciambellina” valeva quattro token “parmigiano”).
Secondo i ricercatori le competenze simboliche dei cebi corrispondono a quelle dei bambini di due anni e mezzo. Da un punto di vista evolutivo, lo studio suggerisce invece che la nostra capacità di comprendere simboli iniziò a svilupparsi già 35 milioni di anni di fa, quando il gruppo di scimmie cui appartiene il cebo dai cornetti si separò dalla linea evolutiva degli esseri umani. (i.n.)
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