Possono bastare la puntura di un’ape o alcune noccioline per scatenare uno shock anafilattico in alcune persone allergiche. Adesso un gruppo di ricercatori del Flanders Interuniversity Institute for Biotechnology di Ghent, in Belgio, è riuscito a comprendere il meccanismo alla base di questa reazione acuta, che provoca crisi respiratorie, calo della pressione sanguigna, gonfiore al viso, al collo e alla gola, fino alla perdita di conoscenza e in alcuni casi può risultare letale. Gli studiosi hanno individuato le proteine chiave del processo e sono riusciti a regolarle per impedire lo shock nei topi. La ricerca, pubblicata sul Journal of Clinical Investigation, ha confermato che a provocare la manifestazione è l’elevata quantità di ossido d’azoto nell’organismo. Ma ha scoperto un inaspettata fonte da cui proviene l’ossido di azoto. A causare lo shock anafilattico, infatti, è la proteina eNOS, e non solo iNOS. È stato dimostrato che eNOS non è affatto innocente come si riteneva in passato: non solo è responsabile della produzione di piccole quantità di ossido di azoto, ma è anche un fattore determinate nella regolazione della pressione sanguigna. Una scoperta che potrà contribuire alla ricerca di una terapia per lo shock anafilattico. (f.i.)
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