Categorie: Spazio

Schiaparelli modellato da acqua e vento

Un’altra prova che anche su Marte sono acqua e vento a modellare la superficie. O per lo meno, lo hanno fatto nel tempo passato. Lo rivela la potentissima stereo camera montata sulla navicella spaziale Mars Express, che dal 2004 è in orbita intorno a Marte. Grazie ad essa, gli astronomi dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) sono riusciti a ottenere immagini nitidissime dell’area nord-occidentale di Schiaparelli, uno dei crateri marziani. Gli studiosi hanno così scoperto che il bacino è stato modellato dall’azione dell’acqua che un tempo scorreva sul Pianeta Rosso, e dai venti che tuttora soffiano sul Pianeta Rosso.

Schiaparelli è un cratere dal diametro di circa 460 chilometri che si trova nella regione orientale. Deve il suo nome all’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli, che durante la “Grande Opposizione” del 1877, quando Marte passò vicinissimo alla Terra, disegnò la mappa del Pianeta Rosso individuando questo grande bacino. Le osservazioni di Schiaparelli passarono alla storia per un equivoco dal sapore fantascientifico. Con il suo telescopio, infatti, l’astronomo rilevò la presenza di linee scure sulla superficie del pianeta. Le chiamò “canali” per indicare formazioni naturali in cui scorreva acqua. Nel tradurre i suoi scritti, tuttavia, si utilizzò il termine “canal”, che in lingua inglese significa canale artificiale. Da qui la leggenda di un pianeta abitato da forme intelligenti (vedi Galileo).

Oggi sappiamo che i canali di Schiaparelli erano solo illusioni ottiche create dai telescopi di un tempo, e l’equivoco è ormai superato. Tuttavia, le riprese effettuate dalla Stereo Camera ad alta risoluzione dell’Esa provano una volta di più che l’acqua su Marte c’era eccome (forse sotto forma di laghi, come il rover Opportunity aveva rivelato nel 2004).

Le immagini mostrano una parte di Schiaparelli (precisamente il suo bordo nord-occidentale) e un cratere secondario dal diametro di 42 chilometri, sul cui suolo sono visibili sedimenti scuri che somigliano ai depositi terrestri causati dall’evaporazione di grandi masse d’acqua. Anche le altre formazioni intorno a questo cratere secondario sembrano esser state modellate dagli stessi agenti, che le hanno erose sino a formare altipiani. In altri punti, infine, sono visibili colline e dune generate dalla deposizione di sedimenti portati dal vento.

Fonte: Esa

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