Scuola dell’infanzia 2.0, arriva il maestro digitale

(Immagine: Pixabay)

Maria Montessori 2.0. La grande pedagogista che più di altre, negli anni cinquanta, ha rivoluzionato il mondo della scuola con il suo “metodo”, diventa digitale. I blocchi da costruzione da lei ideati per l’apprendimento di aritmetica e geometria nella scuola dell’infanzia sono infatti al centro del progetto Block Magic, che partirà il prossimo settembre, con l’avvio del nuovo anno scolastico, nelle aule di Trentino Alto Adige, Lazio e Campania. Si tratta di un software per PC che formula domande logico-matematiche e giochi di memoria, a cui i bambini rispondono posizionando le forme geometriche interattive, di colori e dimensioni diverse, su una speciale piattaforma, ricevendo poi una valutazione sulla correttezza o meno della risposta. E poi c’è “Sniff”, un sistema grazie al quale il bambino allena l’olfatto e gioca a riconoscere le diverse essenze contenute in piccole ampolle dotate di sensori, a cui deve associare fiori e frutta disegnati sulla piattaforma. L’insegnante potrà poi, grazie alla possibilità di raccogliere e archiviare in un database i risultati, emettere la sua valutazione finale sul lavoro svolto dai bambini.

Sviluppati dal Nac, laboratorio per la Cognizione Naturale e Artificiale dell’università Federico II di Napoli, in collaborazione con diversi istituti europei, e le università di Salerno, Trento e Sapienza di Roma, questi sistemi interattivi che segnano l’ingresso del digitale nelle scuole dell’infanzia, sono parte del progetto Inf@nziadigitales 3.6, presentato nell’aprile scorso alla Fiera della Tecnologia di Shanghai. Il progetto è partito nel 2014 ed è finanziato nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (Pon) “Smart Cities for Social Inclusion” del Miur.

I vantaggi di questi giochi interattivi sono diversi. In particolare, i software consentono all’insegnante di lavorare con più alunni simultaneamente, di personalizzare attività creative, per esempio per bambini con esigenze particolari, e di sviluppare nuovi metodi. Ma possono anche essere utilizzati senza la costante presenza di un adulto, lasciando quindi ai piccoli giocatori la loro autonomia. “Comincia la sfida per adeguare i processi di apprendimento e insegnamento alle nuove tecnologie”, commenta il direttore del Nac, Orazio Miglino. Sicuramente un passo importante nella direzione dell’innovazione digitale promossa dal Piano Nazionale Scuola Digitale del Miur.

Articolo prodotto in collaborazione con il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

Alice Scuderi

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