Se i protoni sono multiformi

Una sorpresa per i fisici: i protoni, le particelle di carica positiva contenute nei nuclei degli atomi, non sarebbero sempre sferici, come finora ci si aspettava. È quanto ha sostenuto Gerald Miller della University of Washington nel corso di una conferenza al meeting dell’American Physical Society, a Philadelphia. Nel suo intervento, Miller ha fatto il punto della situazione sui risultati di alcuni esperimenti con acceleratori di particelle condotti negli ultimi tre anni dai ricercatori del Thomas Jefferson National Accelerator Facility, risultati che sembrano oggi comprovare i modelli teorici da lui stesso proposti nel 1995. Secondo tali modelli, un protone può avere sì la forma di una sfera, l’unica descritta da tutti i manuali di fisica, ma può assomigliare anche a un’arachide, a un pallone da rugby o perfino a una ciambella. La teoria di Miller prevede che la varietà di queste forme abbia origine dai moti delle particelle elementari, i quark, contenute all’interno del protone. Se i quark si muovono con velocità relativamente basse, allora il protone assume la forma di una palla da rugby; la forma sferica, in particolare, è prodotta dai quark più lenti. Sono invece i quark più veloci a generare le forme di arachide e di ciambella. Ma mentre nel primo caso i quark ruotano intorno a sé stessi nella medesima direzione del protone, nel secondo ruotano in verso opposto. Queste conclusioni, ha sottolineato Miller, rappresentano un piccolo ma importante tassello di quel complesso mosaico che i fisici stanno cercando di comporre per unificare le quattro forze fondamentali presenti in natura (gravitazionale, elettromagnetica, nucleare forte e nucleare debole) e per comprendere così le forme e le funzioni di tutta la materia. (f.to.)

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