Se il confine fa la differenza

Vincere il cancro? Dipende da dove si vive. Un’analisi su scala mondiale del tasso di sopravvivenza dimostra che esistono ampie differenze a seconda della regione geografica. La sopravvivenza relativa a cinque anni risulta generalmente alta per il Nord America, l’Australia, il Giappone e l’Europa (escluso il versante est), mentre è bassa per paesi come Algeria, Brasile ed Europa dell’est. Questa disuguaglianza sarebbe legata alla diversità nell’accesso a diagnosi e trattamento. Sono i risultati dello studio Concorde, pubblicato su Lancet Oncology da un gruppo internazionale di ricercatori provenienti dai cinque continenti.

L’indagine coinvolge quasi 2 milioni di persone, di età compresa tra 15 e 99 anni, grazie a dati estratti da 101 registri dei tumori di 31 diversi paesi. Secondo gli autori questo sarebbe il primo studio sul tasso di sopravvivenza a livello globale basato su procedure di controllo e metodi di analisi standard. Il team internazionale ha limitato l’analisi a pazienti con diagnosi di cancro tra il 1990 e il 1994, con un follow-up nel 1999. Le tipologie di tumore esaminate riguardavano prostata, mammella, colon e retto.

I più alti tassi di sopravvivenza a livello mondiale, secondo lo studio, sono registrati negli Stati Uniti (84 e 92 per cento, rispettivamente nel tumore della mammella e della prostata), Giappone (61 per cento nel tumore del colon e del retto per gli uomini) e Francia (61 per cento nel tumore del colon e del retto per le donne). Le percentuali peggiori, invece, riguardano l’Algeria, paese in cui la sopravvivenza per tutte le tipologie di cancro varia tra l’11 e il 39 per cento circa.

Negli Stati Uniti emergono nette differenze tra la popolazione bianca e quella nera. I primi hanno un tasso di sopravvivenza superiore tra il 7 e il 14 per cento rispetto ai secondi, soprattutto nel tumore della mammella. Una disuguaglianza, dicono i ricercatori, dovuta probabilmente a differenze nell’accesso alla diagnosi e ai trattamenti.

Il vecchio continente ha un tasso di sopravvivenza generalmente inferiore (tra il 10 e il 34 per cento) a quello americano. Tra i paesi in cima alla classifica spiccano Francia, Svezia e Austria, mentre le nazioni dell’est hanno le percentuali più basse. Le differenze, secondo gli autori, sarebbero da imputare alle diverse politiche di investimento in ambito sanitario.

Ma come se la cava il nostro paese? L’Italia è generalmente nella media delle nazioni europee con i migliori risultati. Da notare particolarmente i casi di tumore alla mammella (sopravvivenza a cinque anni del 79 per cento) e alla prostata (65 per cento). Ma attenzione: le registrazioni, sottolineano gli autori, provengono soprattutto dalle regioni del Nord Italia. (Qui il link a una mappa interattiva su NewScientist.com). (a.g.)

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