Si può fare di più

Vola bassa, la ricerca europea. E difficilmente cambierà rotta se non si aumenta l’investimento e non si coordinano i progetti. Lo afferma un comitato di esperti provenienti dall’università e dall’industria, incaricato di valutare le strategie per la ricerca dell’Unione Europea, e in particolare il suo strumento principale: i programmi-quadro. Nel quinquennio 1999-2003 la loro efficacia è stata, secondo gli esperti, “modesta”. Infatti, sono ben poche le università europee che giocano un ruolo di leader, a livello mondiale. Questo è dovuto in parte alla mancanza di fondi adeguati, ma anche in parte alla frammentazione del panorama della ricerca e della tecnologia europee. Il gruppo, coordinato da Erkki Ormala, della Nokia, ha stilato un’elenco di raccomandazioni. Andrebbe per prima cosa costituito un Consiglio Europeo per la ricerca; la burocratizzazione dei programmi quadro dovrebbe essere ridotta; i programmi per la mobilità dei giovani ricercatori dovrebbero essere estesi. Infine, bisognerebbe coinvolgere le piccole imprese che sviluppano alta tecnologia. Il commissario alla ricerca Janez Potonik ha reagito domandando all’Europarlamento un raddoppio dei fondi per i prossimi quattro anni, che dovrebbe portare il budget a 30 miliardi di euro. La risposta arriverà quest’estate. (m.ca.)

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