Sintonizzati sulla scienza

Non solo intrattenimento musicale e notiziari, ma anche scienza e tecnologia vanno in onda sulle stazioni radiofoniche europee. Molte emittenti, oltre alla blasonata Bbc, propongono oggi in palinsesto almeno una trasmissione che si occupa di questi temi. Per fare il punto della situazione si è tenuto a Trieste nei giorni 1 e 2 ottobre 2004, “Science on Air”, il primo meeting che ha visto riuniti giornalisti e produttori radiofonici, esperti in comunicazione e ricercatori.L’incontro è stato promosso nell’ambito di Scirab (Science in Radio Broadcasting), un progetto europeo nato per studiare come si usa la radio nella comunicazione della scienza. Le trasmissioni in genere non durano più di mezz’ora e vanno in onda con cadenza giornaliera o settimanale, ma hanno caratteristiche diversissime tra di loro. Sono questi i dati emersi dall’analisi dei questionari preparati e distribuiti negli scorsi mesi dallo staff di Scirab che lavora alla Sissa, la Scuola di studi superiori di Trieste che coordina il progetto. Ci sono programmi di news e altri di approfondimento, spesso è previsto l’intervento degli esperti e in alcuni casi partecipa telefonicamente anche il pubblico. Riassume il problema della scienza alla radio la decana dei giornalisti radiofonici italiani, Sylvie Coyaud, “abbiamo bisogno di suoni per fare la radio. Non dobbiamo lasciarci sfuggire le suggestioni che gli stessi ricercatori propongono. Secondo Max Perutz il rumore caratteristico dell’emoglobina è pop, pop, pop. Perché non servirsene in trasmissione?”. Sul rapporto tra radio e scienza poco si è riflettuto. Esistono moltissimi libri che parlano di science center o affrontano in modo critico la comunicazione della scienza nei giornali, alla televisione o su Internet, mentre la letteratura dedicata alla radio è praticamente inesistente, lamentano gli organizzatori del convegno. Sarà forse, come sottolinea Enrico Menduni, esperto di comunicazioni all’Università di Siena, perché in generale la radio resta un mezzo di nicchia e come tale è spesso trascurata nelle analisi teoriche, non solo quindi nella comunicazione della scienza,.In futuro, prevedono i partecipanti di Scirab, un elemento chiave per questo mezzo di comunicazione sarà la convergenza tra radio e web, cioè la crescente interazione tra questi due canali di informazione. Oggi il connubio non è ancora perfetto perché molto spesso Internet serve solo come archivio per le puntate precedenti e come strumento che collega i redattori delle trasmissioni al pubblico degli ascoltatori che possono contattarli via mail. Anche se la fisionomia degli ascoltatori è difficile da ricostruire come sottolinea Gareth Mitchell che per la Bbc conduce due appuntamenti settimanali “Go Digital” e “Science in Action”.La radio può diventare un canale di comunicazione di straordinaria efficacia nei paesi in via di sviluppo, dove molti sono ancora gli analfabeti. Michela Fiaschi dell’Università di Siena racconta dell’esperienza africana dove la radio permette di diffondere notizie importanti su ambiente, agricoltura, salute, mentre Bhaumik Thakar è venuto dall’India per presentare i kit educativi che progetta per i programmi radiofonici di scienza. Thakar ha partecipato alla realizzazione di un kit sul corpo umano distribuito in quasi un milione di copie in tutto il paese e attualmente è impegnato in un progetto sulla biodiversità legato a una trasmissione radiofonica che andrà in onda nei prossimi giorni. Il meeting ha portato di fronte alla platea coloro che in prima persona pensano e realizzano le trasmissioni, dando avvio a un prezioso scambio di idee e esperienze. Riassume infatti la filosofia che ispira il progetto Patrick Vittet-Philippe, commissario europeo, “il futuro sviluppo della comunicazione scientifica alla radio passa attraverso una sempre più libera ed estesa circolazione dei materiali realizzati dai vari network”. Non è però realistico pensare che un così ambizioso traguardo si possa realizzare entro la fine del 2004, periodo per il quale la comunità europea ha scelto di finanziare Scirab.

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