Sm, emergenza mondiale

Un atlante che mostra, per la prima volta, la reale incidenza a livello mondiale della sclerosi multipla (Sm) e la disponibilità di risorse e di servizi dedicati alle persone colpite da questa malattia. Si tratta del risultato dello studio più completo mai condotto finora sulla Sm, che ha coinvolto 112 paesi e che rappresenta circa l’88 per cento della popolazione totale, ed è stato presentato questa mattina a Montreal (Canada) nel corso del Congresso Mondiale per la Ricerca ed il Trattamento della Sm.

La ricerca è stata coordinata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dalla Federazione Internazionale per la Sclerosi Multipla (Msif) (il riferimento a livello mondiale per la Sm). Con l’intento, tra le altre cose, di dimostrare che la Sm è una malattia globale e che non interessa esclusivamente i paesi più sviluppati, come spesso teorizzato. Secondo l’Oms infatti, finora c’è stata una grave mancanza di informazioni circa la diffusione della malattia che, nei paesi nord-occidentali degli Stati Uniti e dell’Europa, viene considerata uno dei disturbi neurologici più comuni, nonché una delle principali cause di disabilità dei giovani adulti.

Per elaborare le informazioni provenienti dalle 112 nazioni – che hanno messo a disposizione dati, statistiche e impressioni – sono serviti circa tre anni. L’atlante che ne è risultato evidenzia che la Sm è presente in tutti paesi coinvolti e che colpisce complessivamente 30 persone ogni cento mila (il numero totale di pazienti secondo l’Oms si aggira intorno agli 1,3 milioni, ma si tratta di una sottostima dal momento che alcuni paesi non dispongono di dati sulla diffusione). Emerge, inoltre, un aumento dell’incidenza nelle aree più a Nord e più a Sud dell’equatore, che la maggior parte dei sintomi si manifesta tra i 25 e i 31 anni di età, e che esiste un’enorme differenza di genere, visto che le donne affette da Sm sono almeno il doppio degli uomini.

Un altro dato importante che viene ben evidenziato nell’atlante riguarda il grande divario tra i vari paesi circa la disponibilità delle informazioni, i supporti offerti, la presenza di professionisti informati e preparati, la disponibilità di strumenti diagnostici e di cure e terapie per alleviare i sintomi e modificare il corso della malattia. “Siamo orgogliosi di aver dato un contributo significativo allo studio” ha commentato Mario Alberto Battaglia, Presidente della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism) e componente del gruppo internazionale del progetto: “L’Italia è nella fascia dei paesi ad alto rischio, in cui la Sm colpisce una persona ogni mille abitanti. Grazie all’intervento della nostra associazione, sono a disposizione apparecchiature di risonanza magnetica per la diagnosi, e neurologi e infermieri dedicati nei centri clinici. Ma resta molto da fare in termini di finanziamento della ricerca, accesso ai servizi di riabilitazione, adeguati interventi per il mantenimento del posto di lavoro”. (t.m.)

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