Somalia fuori pericolo

La Somalia è finalmente libera dalla poliomielite: più di diecimila volontari somali, tra medici e infermieri, sono riusciti a sconfiggere la malattia nel paese africano. Lo ha annunciato, il 25 marzo scorso a Ginevra (Svizzera), la Global Polio Eradication Initiative (Gpei), il più grande sforzo internazionale contro la malattia, sostenuto dai governi di tutti gli stati, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e da alcune Ong, lanciato durante la World Health Assembly del 1988. In questi venti anni la malattia è stata eradicata quasi ovunque e, ad oggi, rimangono solo quattro paesi in cui è  ancora endemica: Afghanistan, India, Nigeria e Pakistan.

In Somalia i volontari hanno vaccinato quasi due milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni, “setacciando” più volte tutto il paese, di accampamento in accampamento, di porta in porta. Fondamentale il ricorso a un approccio pensato per le aree in cui sono presenti conflitti, che ha previsto il coinvolgimento della popolazione locale e l’uso di un vaccino monovalente somministrato in dosi massicce in un breve periodo di tempo.

“Se la poliomielite è stata fermata in Somalia, può essere debellata ovunque nel mondo” ha dichiarato il Hussein A. Gezairy, direttore dell’Office for the Eastern Mediterranean dell’Oms, “anche in quei paesi dove manca la tutela di un vero e proprio governo e in cui sono in atto dei conflitti”. Purtroppo però, finché non sarà debellata in tutti i paesi, il rischio di contagio per il resto del mondo rimane alto. La Somalia stessa infatti, aveva già chiuso la sua partita con la poliomielite nel 2002, quando è riapparso un caso nel 2005, causato da un virus proveniente dalla Nigeria.

Secondo l’Unicef, i prossimi paesi a sconfiggere la malattia potrebbero essere l’Afghanistan e il Pakistan, visto che nel 2007 hanno registrato appena il 5 per cento dei casi mondiali. Per eradicare i virus però, sono necessari finanziamenti che, spesso, provengono solo da istituzioni private, come il Rotary International, o dai volontari Gpei. Per il traguardo raggiunto in Somalia sono serviti oltre nove milioni di dollari mentre, dal 1985, gli sforzi globali hanno richiesto circa 700 milioni. Per questo, sostiene la Gpei, urge un accordo tra i governi, soprattutto delle nazioni del G8, affinché si possono mettere a disposizione di tutti i paesi le risorse finanziarie e sanitarie necessarie. (c.c.)

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