Sos nel corno d’Africa

Più di 11 milioni di persone che vivono nella regione del Corno d’Africa rischiano di morire di fame a causa dei conflitti bellici, passati o in atto, o della prolungata siccità che uccide il bestiame e distrugge i raccolti. A lanciare l’allarme è la Fao, il Fondo delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, che denuncia la situazione in Somalia, Kenya, Gibuti ed Etiopia. Nelle otto regioni agricole somale, a sud del paese, i raccolti sono andati perduti per la mancanza di piogge. Si stima che siano necessarie circa 64.000 tonnellate di aiuti alimentari per far fronte all’emergenza della fame, contro le 16.700 attualmente disponibili per sostenere la crisi. In Kenya la perdita dei raccolti e la decimazione del bestiame hanno già determinato uno stato di grave carestia con la segnalazione delle prime vittime. Nei prossimi 6 mesi per salvare la vita a due milioni e mezzo di persone saranno necessari circa 150 milioni di dollari. Nel Gibuti circa un quinto della popolazione dovrà fare i conti con la mancanza di cibo, mentre in Etiopia, nonostante le prospettive favorevoli della stagione produttiva, è stata segnalata grave penuria alimentare nelle zone rurali della parte orientale. È a rischio circa un milione di persone, ma l’inizio della stagione arida non potrà che peggiorare la situazione. Complessivamente oltre 8 milioni di persone in Etiopia dipendono dagli aiuti umanitari, per i quali si calcola che occorrano oltre 40 milioni di dollari. In considerazione della buona produzione etiope di cereali, la Fao raccomanda che gli aiuti alimentari siano acquistati localmente a sostegno dei mercati nazionali.(gi.c.)

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