Sostanze tossiche in corsia

Alcune attrezzature mediche, come tubi e sacche per il sangue, liberano nell’ambiente ftalati, sostanze chimiche pericolose per i pazienti, che potrebbero superare la soglia consentita dalla legge. E’ quanto emerge da uno studio svolto in Gran Bretagna e negli Stati Uniti da Health Care Without Harm, un’organizzazione internazionale che promuove campagne per “un sistema sanitario ecologicamente sostenibile”. Si tratta di sali contenuti nel Pvc (cloruro di polivinile, una sostanza presente in molti materiali plastici), che possono provocare danni al fegato, ai reni e ai testicoli, ed essere addirittura cancerogeni. Nonostante i limiti fissati per legge, negli ospedali non viene considerato il danno cumulativo, avvertono i ricercatori. Non si tiene conto del fatto che tubi, sacche e altre attrezzature sono spesso usati contemporaneamente, metterndo così a rischio la salute dei pazienti e, in particolare, dei bambini. L’associazione, presentando ieri la ricerca a Washington e Londra, ha sollecitato l’intervento dei responsabili sanitari. Un portavoce della Medical Devices Agency (l’agenzia britannica che fissa gli standard per le attrezzature mediche) ha risposto alle accuse, sostenendo che non esistono oggi alternative disponibili: “Quando questi prodotti sono usati per fini medici, bisogna trovare un equilibrio tra rischi e benefici”. D’altra parte, ha aggiunto: “Anche nell’ambiente domestico siamo esposti ogni giorno agli ftalati”. (n.n.)

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