L’esposizione prolungata alle onde elettromagnetiche raddoppia nei bambini il rischio di sviluppare la leucemia. E’ questa la conclusione di uno studio di tre anni, organizzato dall’International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection e pubblicato dalla rivista Environmental Health Perspectives. Ben sei gruppi di epidemiologi provenienti da istituti tra i più qualificati a livello mondiale hanno partecipato alla ricerca, che ha coinvolto nove paesi europei, il nord America e la Nuova Zelanda. Secondo i ricercatori, i fumi e gli altri agenti inquinanti presenti nell’aria verrebbero caricati elettricamente una volta venuti in contatto con gli “ioni-corona”. Ovvero con quelle particelle elettriche prodotte all’interno dei campi magnetici a bassa frequenza (50-60 Hz). “Gli agenti inquinanti, una volta inalati, si saldano più facilmente nei polmoni”, ha spiegato Denis Henshaw, dell’Università di Bristol. Nonostante non vi sia ancora una spiegazione certa del collegamento tra campi elettromagnetici e incidenza di alcune malattie croniche, cardiache e dell’apparato riproduttivo, la ricerca ha confermato i risultati di uno studio analogo realizzato nel marzo scorso in Inghilterra dal National Radiological Protection Board. (d.d.v.)
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