Spezzatino e rimpasto per Bill

Dallo spezzatino al rimpasto. Da qualsiasi angolazione si osservino le vicende Microsoft(http://microsoft.com) degli ultimi tempi, la domanda è sempre la stessa: dalle parti di Redmond ci si appresta davvero a un cambiamento epocale – forse neanche tanto indolore – oppure al di là delle formule tutto resterà come prima? Gli sviluppi della nota vicenda giudiziaria (con le ipotesi di smembramento, o “spezzatino” come è stato subito ribattezzato dai giornalisti, che sarebbero state formulate dagli avvocati del dipartimento di giustizia Usa per frenare le pratiche monopolistiche dell’azienda di Redmond), il cambio della guardia ai vertici dell’azienda e le notizie sulle sue strategie di mercato hanno movimentato gli ultimi giorni in casa Microsoft. Di sicuro queste settimane ci hanno aiutato a capire dove la Microsoft – la più grande azienda di software del mondo – vuole andare oggi. La parola magica è convergenza digitale, ovvero la capacità di creare un linguaggio unico in grado di far comunicare tra loro gli apparati elettronici di uso comune. Una convergenza che la Microsoft vuole interpretare – e non vi era alcun dubbio – da protagonista.

Ma andiamo con ordine, cominciando dallo “spezzatino”. Secondo indiscrezioni, gli avvocati del dipartimento per la Giustizia americano hanno deciso di proporre, d’accordo con i rappresentanti di 19 Stati, uno smembramento della Microsoft in tre diverse società per eliminare rischi monopolistici: una per i sistemi operativi (Windows) , una per il software applicativo (Office) e un’altra per il settore Internet (Microsoft Network). Al Dipartimento di Giustizia non avrebbero dubbi: una sanzione meno dura o una multa, per quanto pesante, difficilmente riuscirebbe a frenare il comportamento aggressivo della Microsoft. Alle voci su questa soluzione, che a Redmond hanno definito “inaccettabile”, Gates ha risposto con un rimpasto a sorpresa: giovedì sera, subito dopo la chiusura della borsa di Wall Street, ha annunciato la decisione di abbandonare la poltrona di amministratore delegato in favore di un suo fedelissimo, Steve Ballmer, 44 anni, conosciuto fin dai tempi dell’università. Ma Gates ha conservato la carica di presidente. “Mi occuperò a tempo pieno dello sviluppo dei nuovi software”, ha detto, “diventando il capo dei nostri ‘architetti’ di software”.

D’accordo, ma che novità dobbiamo aspettarci a medio termine? Al Comdex 99 (http://www.zdevents.com/comdex/fall99) prima e al Ces 2000 (http://www.cesweb.com) poi, Bill Gates ha delineato le strategie della Microsoft rispetto all’imminente rivoluzione tecnologica mondiale. Una ricetta che non prevede soltanto il lancio di Windows 2000 (sarà in vendita in tutti i negozi americani dalla mezzanotte del 16 febbraio venturo), presentato al pubblico come un sistema operativo dalla grande scalabilità e affidabilità, in grado di attrarre sempre più aziende e organizzazioni sul Web. Stavolta la posta in gioco è ben più alta: la capacità di creare un linguaggio unico, una sorta di Universal Plug & Play, in grado di far comunicare tra loro le dozzine di apparati elettronici presenti nelle nostre case, dalla televisione, all’Hi-Fi, agli elettrodomestici, e le possibili periferiche che nel futuro ci saranno indispensabili: un network capace di smistare informazioni a un personal computer, in grado a sua volta di interagire con gli altri dispositivi e di impartire loro precise istruzioni operative.

Alla “connected home” presentata da Gates anche attraverso un video e un prototipo realizzato all’interno del salone di Las Vegas, lo storico rivale di Microsoft, Scott McNealy, numero uno della Sun Microsystem (http://www.sun.com), ha contrapposto la sua dot-com home, che non ha nessuno degli accenti “Pc-centrici” dell’industria di Redmond. La differenza tra i due modelli di connettività è profonda: Sun tende a rifiutare il ruolo cardine del Pc all’interno della casa, delegando ai suoi partner commerciali, i produttori di hardware, il compito di dimostrare come Jini(http://www.jini.org – il linguaggio di programmazione elaborato dalla stessa Sun e basato su Java, capace di far dialogare spontaneamente qualsiasi dispositivo all’interno di un network) possa risultare realmente indispensabile ai consumatori. Gates invece si presenta al tempo stesso come produttore e designer delle abitazioni del domani – che utilizzeranno prodotti e tecnologia Microsoft in ogni ambiente e per ogni apparecchiatura digitale. Case nelle quali il computer (naturalmente con installata una delle tante versioni di Windows) continuerà a essere lo strumento principale e privilegiato di gestione.

Il presidente di Microsoft ha tenuto a precisare più volte che convergenza digitale non significherà realizzare una singola periferica dall’utilizzo universale, ma che al contrario essa sarà la rampa di lancio per la proliferazione di nuove industrie nel settore impegnate nella produzione di hardware. Ma certamente non saranno sfuggiti ai suoi concorrenti i milioni di dollari investiti da Gates lo scorso anno in attività come la TV interattiva, la telefonia mobile, i servizi Internet e il commercio elettronico. E la storia continua.

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