Categorie: Ambiente

Occhio al Pacifico

Il nuovo allarme meteo arriva dalle acque dell’Oceano Pacifico. Dove masse d’acqua più calda del normale a ovest e più fredda a est indicano che per i prossimi 30 anni ci dobbiamo aspettare un’alternarsi di caldo improvviso e gelo polare, come già è accaduto negli ultimi 18 mesi. Per i ricercatori del Jet Propulsion Laboratory della Nasa le immagini provenienti dai satelliti non lasciano dubbi: il gigantesco ferro di cavallo creato dalla superficie del mare a seguito dell’innalzamento del livello delle acque sta iniziando a dominare la parte occidentale dell’Oceano Pacifico. Mentre allo stesso tempo un cuneo di acqua fredda sta abbassando il livello a est, producendo le condizioni climatiche conosciute come La Nina. “Il perdurare di queste anomalie”, ha dichiarato William Patzert oceanografo al laboratorio americano, “indica come nell’Oceano Pacifico si stia verificando qualcosa di più complesso del fenomeno de La Nina”. Una spiegazione potrebbe essere il cambio di fase naturale che avviene ogni 20-30 anni nelle acque di questo oceano. Il fenomeno, noto come Pacific Decadal Oscillation, fa sì che si alterni la dominanza di acqua calda e fredda, favorendo così i diversi cambiamenti climatici. Sin dal 1970 l’Oceano è stato in fase positiva, con una dominanza cioè di acqua calda ai tropici e fredda nel nord del Pacifico. “Il problema è che ci vorranno almeno 10 anni prima di poter avere la certezza che si tratti di un cambiamento periodico naturale”, ha affermato Wayne Higgins, meteorologo al Climate Prediction Center americano. Non rimane, secondo gli esperti, che monitorare attentamente l’evolversi della situazione. (l.g.)

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