Suonerie o sfondi alla moda possono costare cari. Una ricerca su ampia scala in 27 paesi dell’Unione Europea (comprese anche Norvegia e Islanda) rivela molte irregolarità nei siti che offrono questo tipo di “servizi aggiuntivi”. Lo studio – articolato in più fasi successive – nasce dal preoccupante numero di reclami dei consumatori pervenuti alle autorità nazionali. Al termine dell’indagine, prevista entro la prima metà del 2009, l’Unione Europea prenderà provvedimenti. Il mercato per queste particolari offerte è fecondo: grazie a un valore di circa 691 milioni di euro, rappresenta il 29 per cento del traffico economico totale legato ai cellulari. Ma è anche un mercato “sensibile”: la metà dei siti web controllati dall’Ue è rivolto infatti a un pubblico di bambini e adolescenti.
Nello studio sono stati esaminati 558 siti web che propongono servizi per telefoni cellulari: l’80 per cento di questi è stato trovato sospetto. Le irregolarità riguardano il prezzo dell’offerta (50 per cento), l’assenza di informazioni necessarie per contattare i commercianti responsabili (oltre il 70 per cento) e la presentazione delle informazioni in modo fuorviante (60 per cento). Spesso, infatti, i costi reali non sono evidenziati in modo appropriato: a volte il consumatore si trova a sottoscrivere un abbonamento senza saperlo, o a pagare un prezzo superiore a quanto dichiarato perché il costo segnalato non comprende le tasse. La parola “gratis”, inoltre, può essere usata a sproposito per ingannare i clienti. E, se presenti, informazioni più dettagliate sono scritte in caratteri molto piccoli o difficilmente individuabili.
L’indagine dell’Ue è stata svolta secondo una procedura innovativa: si tratta di un’indagine a tappeto (Sweep) che prevede una prima fase di studio, già portata a termine dai ricercatori, e un successivo invito a modificare il comportamento irregolare per non incorrere in azioni legali. “Purtroppo il mercato dei servizi di telefonia mobile è molto frammentato, poiché è formato da aziende piccole e poco conosciute. Per noi questo rappresenta una difficoltà”, afferma Meglena Kuneva, commissario europeo per la tutela dei consumatori, “perché potrebbe non essere semplice contattare i diretti responsabili”.
“Bambini e adolescenti dovrebbero fare particolare attenzione”, conclude Kuneva, “ed è necessario che i genitori segnalino le violazioni alle autorità nazionali competenti”. (a.g.)
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