Staminali salva-embrioni

Niente barriere etiche o vincoli giuridici legati all’utilizzo delle cellule staminali embrionali. Questo è quanto si augurano i ricercatori di un’impresa privata statunitense, l’Advanced Cell Technologydel Massachussets, che hanno messo a punto una nuova tecnica capace di prelevare cellule staminali embrionali senza provocare la morte dell’embrione stesso. L’annuncio è stato pubblicato nell’ultima edizione della rivista Nature e apre nuove prospettive sull’utilizzo di queste cellule capaci di rigenerare tessuti per curare malattie come il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, diabete e tumori. La tecnica è molto simile a quella utilizzata per le diagnosi genetiche pre-impianto nel caso della fecondazione in vitro con trasferimento di embrioni (Fivet): consiste nel prelievo di una singola cellula da un embrione appena fertilizzato (allo stadio di 8-10 cellule), dalla quale è poi possibile ottenere intere linee cellulari di staminali embrionali. Nella sperimentazione sono stati usati 16 embrioni umani e sono state ricavate due linee di cellule embrionali. I ricercatori sono convinti che la scoperta servirà ad aggirare le barriere etiche e anche un portavoce della Casa Bianca ha commentato la nuova tecnica come “molto incoraggiante”. Non mancano tuttavia i dubbi e le critiche da parte della comunità scientifica secondo la quale il prelievo di una cellula dall’embrione comporta dei seri rischi per la salute e la sopravvivenza dello stesso. Resta comunque un altro punto debole: la scarsa efficienza del metodo. (s.m.)

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