Categorie: Spazio

Stazione spaziale, acqua dalla pipì

Bere la pipì può suonare disgustoso o eccessivamente futuristico, ma da ieri è realtà. I tre membri dell’equipaggio della missione Expedition 19, a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss), hanno brindato con l’acqua ricavata dalla loro urina e dall’umidità atmosferica. Lo ha reso noto il sito della Nasa.

L’urina viene trasformata da un sistema di riciclaggio dell’acqua messo a punto dagli scienziati del Marshall Space Flight Center lo scorso anno, e portato a bordo dell’Iss dallo shuttle Endeavor STS-126 a novembre. Attraverso una “distillazione del vapore compresso”, la pipì viene bollita per trasformare l’acqua in essa contenuta in vapore; questo viene fatto salire in una camera di distillazione che riproduce la forza di gravità (assente nello spazio) e che elimina le impurità. Il vapore viene poi riportato allo stato liquido; l’acqua ottenuta è sottoposta a un altro processo di purificazione e di miscelazione con l’umidità condensata e diventa perfettamente potabile.

Il sistema usato dagli astronauti recupera il 100 per cento dell’umidità presente nell’aria e l’85 per cento dell’acqua contenuta nell’urina. In questo modo si ridurrà la quantità di acqua da portare a bordo della stazione spaziale del 65 per cento, con notevoli vantaggi: un grande risparmio di spazio e di costi e la possibilità di raddoppiare (da tre a sei) i membri dell’equipaggio. Senza contare tutte le importanti applicazioni che questo procedimento potrà avere sulla Terra, dove progressivamente diminuiscono le riserve di acqua potabile.

In passato altri avevano realizzato sistemi di riciclaggio simili, per esempio le prime navicelle spaziali sovietiche Salyut e Mir (fine anni Settanta inizio anni Ottanta) erano in grado di condensare l’umidità esterna e di sfruttare l’elettrolisi per estrarre l’ossigeno da respirare.

Prima di poter brindare, però, gli astronauti statunitensi hanno dovuto aspettare il via libera da Houston. L’Endeavour infatti è tornato sulla Terra portando venti litri di urina purificata da sottoporre a diverse analisi; solo ieri il comandante Gennady Padalka e gli ingegneri Mike Barratt e Koichi Wakata hanno potuto procedere con l’assaggio. “Il sapere è ottimo”, ha subito commentato Barratt. (c.v.)

Riferimenti: Nasa

 

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