Studia che ti passa

Dopo aver conseguitola laurea di primo livello, la maggior parte degli universitari continua a studiare, rimandando l’appuntamento con il mondo del lavoro. I dati relativi al 2004 forniti da Almalaurea evidenziano che su 47.000 laureandi intervistati, più del 76 per cento è intenzionato a proseguire gli studi e, di questi, circa l’87 per cento punta alla laurea di secondo livello, anziché a master o scuole di specializzazione. Una situazione confermata anche da altre ricerche, come quella effettuata dal Consorzio interuniversitario lombardo da cui emerge che la percentuale dei laureati triennali che continuano l’iter formativo è doppia rispetto a quella dei laureati con il vecchio ordinamento. Nonostante sia diminuita la percentuale dei fuori corso, contrariamente a quanto sperato dagli ideatori della riforma universitaria, chi si laurea non cerca di buttarsi nel mondo del lavoro. I motivi, secondo Andrea Cammelli, direttore di Almalaurea, sono legati sia al momento di difficoltà vissuto da gran parte delle imprese produttive, che rende difficile l’inserimento dei giovani laureati, sia all’idea, avallata anche da parte di molti docenti, che il titolo di primo livello sia un titolo di serie B. Gli atenei, inoltre, non caldeggiando l’ingresso nel mondo del lavoro, hanno il vantaggio di conservare gli introiti derivanti dalle iscrizioni alle lauree di secondo livello. (gi.c.)

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