È una delle basi della fisica moderna. L’assunzione secondo la quale la velocità della luce sia costante e fissata, per la precisione, a 299.792,458 chilometri al secondo (nel vuoto). Un pilastro su cui, tra le altre cose, Albert Einstein ha costruito l’intero edificio della sua teoria della relatività. E che, a dispetto di tutto questo, è stata appena messa in discussione da un’équipe di fisici dello Imperial College London e del Perimeter Institute canadese, guidata da Joao Magueijo: come raccontano sulle pagine della rivista Physical Review D, infatti, gli scienziati hanno ideato un banco di prova sperimentale (in sostanza: una previsione verificabile con un esperimento) per supportare l’ipotesi che la velocità della luce, nei primi istanti di vita dell’Universo, fosse molto maggiore rispetto a quanto non sia ora.
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