Categorie: Vita

Svelato il mistero delle anfisbene

Somiglia molto a un serpente ma in realtà è più una lucertola. Il nome corretto è anfisbene, un rettile senza zampe dalla testa dura e dal corpo lungo, che vive sotto il terreno. Sino a oggi, le sue origini erano misteriose quanto le sue abitudini. A stabilire quale posto debba occupare questo animale nel gruppo dei rettili arriva ora una ricerca di Johannes Müller del Museum für Naturkunde di Berlino, grazie un fossile. Gli anfisbenidi, si legge su Nature, non sono parenti dei serpenti ma dei lacertidi, lucertole dotate di zampe, originarie del Vecchio Mondo. 

Il problema dell’origine evolutiva delle anfisbene è uno dei quei famosi rompicapi della biologia. Se i caratteri anatomici – come l’assenza degli arti – indicano una chiara parentela con i serpenti, i dati molecolari (cioè derivanti dall’analisi di Dna, Rna e proteine) suggeriscono un passato condiviso con i lacertidi di Europa, Africa e Asia. Per uscire dall’impasse c’è voluta la scoperta di un fossile simile a un lacertide, rinvenuto in Germania.

Il suo nome, Cryptolacerta hassiaca, significa “la lucertola nascosta dell’Hesse”. Hesse è infatti la provincia tedesca in cui si trova il Pozzo di Messel, l’importante sito geologico in cui è stato ritrovato il reperto. Usando la tomografia computerizzata a raggi X, i ricercatori ne hanno esaminato lo scheletro, mettendo in relazione i suoi caratteri anatomici con quelli di anfisbenidi, lucertole e serpenti. Si è così scoperto che Cryptolacerta possedeva un cranio eccezionalmente robusto e molto simile a quello degli anfisbenidi attuali. A dimostrazione che, nonostante l’assenza di zampe, questo gruppo è più vicino ai lacertidi che non ai serpenti. L’ipotesi è stata poi confermata dalle analisi molecolari, che hanno rilevato somiglianze genetiche tra Cryptolacerta e anfisbene.

“Questo fossile confuta la teoria secondo cui i serpenti e gli altri rettili senza zampe possiederebbero un antenato comune – spiega Müller – e dimostra che la loro particolare forma del corpo si è evoluta più volte, indipendentemente, nel gruppo dei rettili”. Infine, suggerisce anche quale sia stato il primo adattamento a una vita da rettili “scavatori”: una grande e robusta testa da usare come ruspa.

Martina Saporiti

Laureata in biologia con una tesi sui primati, oggi scrive di scienza e cura uffici stampa. Ha lavorato come free lance per diverse testate - tra cui Le scienze, Il Messaggero, La Stampa - e si occupa di comunicazione collaborando con società ed enti pubblici come l’Accademia dei Lincei.

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