La domanda suona estremamente macabra. Di quelle che si possono trovare in uno scritto di Poe. Ma a porsela, in questo caso, è stata la scienza: qual è l’odore della morte umana? La risposta è appena arrivata da un’équipe di scienziati della University of Leuven, in Belgio, coordinati dalla chimica Eva Cuypers, che in un articolo appena pubblicato su Plos One hanno indagato, per l’appunto, le sostanze chimiche che si sprigionano da un corpo umano in decomposizione. La ricerca, spiegano gli autori del lavoro, servirà a migliorare l’addestramento dei cani che cercano di recuperare i corpi delle vittime di catastrofi naturali come incendi e terremoti e a sviluppare robot che possano assolvere allo stesso compito.
Il lavoro dell’équipe di Cuypers, spiegano sul blog di Science, è iniziato nel 2010, quando il Belgian Disaster Victim Identification Team ha chiesto alla chimica un sistema per identificare gli odori umani. Cuypers ha isolato campioni di tessuto e organi prelevati da sei cadaveri sottoposti ad autopsia e ne ha esaminato periodicamente i gas emessi, comparandoli con quelli che si sprigionavano da carcasse animali (maiali, topi, tartarughe, uccelli e altre specie). In questo modo, i chimici hanno scoperto una forte somiglianza tra maiali ed esseri umani (almeno rispetto all’odore post-mortem): stessi microbi nell’intestino, stessa percentuale di grasso corporeo e peluria molto simile. In ogni caso, i primi esperimenti non avevano chiarificato se i processi di decomposizione di maiale ed essere umano fossero gli stessi, perché le due specie non erano mai state studiate nelle stesse condizioni sperimentali.
È proprio su questo aspetto che si è concentrato lo studio appena pubblicato. Cuypers e colleghi, in particolare, hanno raccolto ed esaminato 452 composti organici da diverse specie. A una prima analisi, sembrava che le specie si differenziassero tra loro in base ai composti a base di zolfo, che però non si sono rivelati essere una peculiarità specifica degli esseri umani. Gli scienziati, a questo punto, hanno esaminato gli esteri, componenti dei grassi animali, arrivando ad isolare otto composti che distinguono maiali ed esseri umani da tutte le altre specie e cinque composti che distinguono gli esseri umani dai maiali.
“Si tratta di una scoperta importante”, ha commentato Agapios Agapiou, chimico analitico alla University of Cyprus di Nicosia, “perché nessuno studio, finora, aveva monitorato carcasse umani e animali sotto le stesse condizioni. Ma c’è ancora molto lavoro da fare prima di arrivare alla creazione di una sostanza sintetica per addestrare i cani”. Non sarà un lavoro piacevole. Ma Cuypers ha intenzione di andare avanti.