Tabacco, la legge delle lobby

In uno studio pubblicato su PloS Medicine, i ricercatori dimostrano che le grandi industrie del tabacco influenzano le scelte politiche europee favorendo una logica del profitto a danno della tutela della salute. La ricerca, coordinata da Katherine Smith dell’Università di Bath, in Gran Bretagna, ha mostrato che, nel valutare le politiche da adottare, l’Unione Europea non sempre agisce in modo libero e indipendente. Singole corporazioni, infatti, possono influenzare la scelta dei criteri di valutazione delle nuove leggi, agendo in modo da tutelare i propri interessi a discapito dei diritti dei cittadini.

In Europa, ogni nuova decisione dovrebbe essere soggetta per legge a un “giudizio d’impatto” (IA). Si tratta di una procedura mirata a stimare costi e benefici di una determinata scelta politica, in modo da analizzare la proposta legislativa alla luce delle sue potenziali conseguenze economiche, sociali, ambientali e sanitarie. Naturalmente, il risultato di tale giudizio dipende dal peso che si attribuisce ai singoli aspetti. “Alcuni studi indipendenti sul meccanismo dell’IA, suggeriscono che nel giudizio d’impatto le considerazioni di tipo economico hanno sempre più valore delle altre”, hanno raccontato i ricercatori: “ Per esempio una revisione dei giudizi di impatto effettuati dalla Commissione Europea nel 2005-2006 ha mostrato che nel 50 per cento delle valutazioni la parola ‘salute’ non era mai nominata.

Per capire se e in quale modo le industrie intervengano nel determinare le scelte politiche europee, i ricercatori hanno intervistato politici e lobbisti ed analizzato ben 5.677 documenti interni della British American Tobacco (Bat), la seconda multinazionale del tabacco più potente al mondo. Tra tutti i documenti studiati, i ricercatori ne hanno identificati 714 che indicavano un tentativo da parte della Bat di influenzare le riforme normative europee. Ne è emerso che la Bat, promuovendo un’ampia alleanza con altre potenti industrie, soprattutto del settore chimico e farmaceutico, è riuscita ad “assicurarsi” un emendamento al Trattato europeo (documento che regola la politica comunitaria dell’Europa) che favorisce un meccanismo di valutazione d’impatto orientato al solo business. In questo modo, le multinazionali hanno alterato il processo decisionale europeo piegandolo ad una logica puramente economica, che non tutela adeguatamente gli interessi dei cittadini.

“Per proteggere la salute pubblica”, concludono i ricercatori, “bisogna innanzitutto che i politici europei ammettano l’esistenza del problema, troppo spesso ignorato. Poi, è necessario rivedere attentamente il meccanismo del giudizio d’impatto, così da garantire trasparenza e credibilità”. (m.s.)

Riferimenti: PLoS Medicine doi:10.1371/journal.pmed.1000202

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