Categorie: Spazio

Tempesta solare per l’esopianeta

Una pioggia intensa di raggi X si è abbattuta su un pianeta a circa 60 anni luce da qui, causando una massiccia evaporazione della sua atmosfera. Il tempo su HD 189733b, l’esopianeta gassoso ripreso dagli occhi del telescopio Hubble alla fine del 2011, era più o meno questo. E la pioggia proveniva dalla stella dello stesso pianeta, HD 189733A, interessata da fenomeni simili ai flare che avvengono sul Sole e i cui effetti si riversano sulla Terra. A fotografare il clima dell’esopianeta – un gigante gassoso simile al nostro Giove – è stato il telescopio Hubble, le cui immagini, catturate nel 2010 e poi nel 2011, sono state quindi studiate dal team di ricercatori guidati da Alain Lecavelier des Etangs del CNRS-UPMC, in Francia. 

Perché HD 189733b sia stato al centro delle osservazioni di Hubble è presto detto. Nel 2004 gli astronomi avevano osservato l’evaporazione dell’atmosfera su un esopianeta, e hanno quindi voluto cercare un candidato ideale, quello in cui fosse cioè più probabile poter di nuovo osservare (e confermare) il fenomeno. E le condizioni ideali coinciderebbero con quelle su HD 189733b: molto vicino alla sua stella (circa un trentesimo di quanto lo sia la Terra al Sole), e quindi molto caldo (più o meno 1000°C), è sotto tiro continuo dei raggi X e ultravioletti che gli piombano addosso dal (suo) vicino sole.

E quanto cercato dagli astronomi, alla fine, Hubble l’ha finalmente visto, ma solo dopo un po’. Infatti, perché avvenisse l’evaporazione dell’atmosfera c’è stato bisogno di un effetto scatenante. In altre parole le condizioni ideali non sono state sufficienti. Qual è stato questo effetto? Un improvviso aumento nell’emissione di raggi X da parte della stella HD 189733A, diventata quattro volte più brillante in questa zona dello spettro elettromagnetico poco prima che Hubble immortalasse l’evaporazione. Il più grande flare di raggi X mai osservato per quella stella, spiegano i ricercatori, confermato dalle osservazioni del satellite della Nasa Swift

Ecco allora che i raggi X provenienti da HD 189733A avrebbero investito l’atmosfera del pianeta, riscaldando di decine di migliaia di gradi gli strati più alti, tanto da permettere loro di sfuggire alla presa gravitazionale del pianeta stesso. Il gas sarebbe quindi evaporato a un tasso di circa mille tonnellate al secondo. In maniera simile a quanto succede alla Terra quando viene investita dai flare legati alle tempeste solari, capaci di distruggere le comunicazioni satellitari. E mantenendo la similitudine con il nostro sistema solare, è possibile che il fenomeno osservato non sia spiegabile solo con una variazione improvvisa nell’emissione di raggi X. Potrebbe infatti trattarsi di un incremento stagionale nell’attività della stella, ovvero la HD 189733A potrebbe avere cicli simili a quelli che interessano il Sole

via wired.it

Credit immagine a NASA, ESA, and G. Bacon (STScI)

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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