Terremoto, il sensore che verifica la solidità degli edifici

    Una attrezzatura che fa il check up agli edifici per verificare il loro livello di sicurezza dopo un terremoto e un sistema di sensori wireless che monitora il comportamento delle crepe dei muri soggetti a sollecitazioni in modo da scongiurare crolli improvvisi. Sono due dei progetti di maggiore attualità presentati alla settima edizione di Research to Business (R2B), il salone dedicato a ricerca e impresa che si è concluso la scorsa settimana a Bologna.

    La prima novità è frutto del lavoro di un gruppo di ingegneri del Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale Edilizia e Costruzioni (CIRI) dell’Università di Bologna. Si tratta di una attrezzatura che utilizza dei sensori per misurare le vibrazioni di un edificio. “Tecnicamente si parla di sistema di monitoraggio dinamico – spiega Marco Savoia, responsabile del progetto e direttore del centro – cioè di un sistema che rileva le accelerazioni in varie posizioni di una struttura sottoposta a sollecitazioni”. Gli edifici sono continuamente interessati da sollecitazioni (per esempio quelle del vento), l’importante è che i loro effetti non superino un certo livello; e questo può essere monitorato misurando le accelerazioni in determinate posizioni che consentono a posteriori di descrivere l’intero comportamento dinamico della struttura. Quando vengono superati i livelli guardia, la struttura può riportare danni che ne minano la sicurezza.

    In questo senso, il dispositivo progettato dai ricercatori bolognesi è un alleato nel controllo dello stato degli edifici colpiti da un terremoto. “Il sistema è semplice – spiega Savoia – i sensori rilevano la vibrazione dell’edificio trasmettendo i dati a un processore (installato a fianco di ogni sensore) per l’elaborazione. Se i dati indicano che le frequenze delle vibrazioni si abbassano, significa che la struttura ha una minor rigidezza, segno di un potenziale danneggiamento”. I sistemi di monitoraggio dinamici non sono una novità, ma il gruppo di ingegneri ha lavorato sulla tecnologia per renderla più efficace ed economica. “Ci siamo concentrati sui sensori, migliorandoli sia nella fase di raccolta che nella trasmissione dei dati”, aggiunge Savoia. Il sistema, prodotto dall’azienda romagnola Teleco, è stato recentemente testato sul Manhattan Bridge di New York e, rimanendo nei confini nazionali, è già installato su edifici della Protezione Civile e della Provincia dell’Emilia Romagna. Chissà che i comuni terremotati non decidano di utilizzarlo per gestire l’emergenza post sisma.

    L’altra novità interessante è stata presentata da Henesis, azienda specializzata nel monitoraggio ambientale, nel controllo della qualità industriale e nell’intelligenza artificiale, in collaborazione con Uretek, leader nel settore del consolidamento dei terreni. Si tratta di una rete di sensori wireless in grado di monitorare in tempo reale lo “stato di salute” degli edifici colpiti da terremoto, tenendo traccia dell’evoluzione delle crepe che si formano in seguito alle sollecitazioni causate dalle scosse. La rete si basa sulla tecnologia Beesper, piattaforma wireless sviluppata dalla Henesis che permette di rilevare, analizzare e controllare dati ambientali di vario tipo. “I sensori che utilizziamo per il controllo della solidità degli edifici sono dotati di accelerometri triassiali ed estensimetri capaci di seguire con grande precisione il comportamento delle crepe in seguito a una sollecitazione”, spiega Luca Ascari, uno dei padri di Beesper.

    I sensori sono racchiusi in piccole scatole che vengono posizionate in corrispondenza delle crepe. Ogni volta che c’è una scossa, i sensori rilevano se e in che misura le crepe si sono ampliate, e i dati raccolti vengono “rimbalzati” tra una serie di nodi fino ad arrivare a un server che li organizza ed elabora. In questo modo, collegandosi a un computer o a uno smartphone, un utente registrato al sito di Beesper può conoscere l’entità dei danni riportati da un edificio. La piattaforma Beesper, che tra poco sarà messa sul sito di fund raising Kickstarter, sta naturalmente destando interesse tra i comuni emiliani colpiti dal sisma, che potrebbero sfruttarla per tener traccia in tempo reale e su aree molto ampie (per esempio interi centri storici) dei danni alle strutture degli edifici, così da far evacuare quelli più a rischio crolli. “Stiamo contattando le amministrazioni delle zone interessate per avviare progetti pilota”, conferma Ascari.

    Credit immagine a Alessandro Canella / Flickr

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