Terzo Mondo, medici al lumicino

Il 7 aprile è la Giornata mondiale della salute. L’occasione per ricordare che in cinquantasette nazioni la situazione sanitaria è drammatica e c’è urgente bisogno di medici: mancano oltre quattro milioni di unità tra personale medico e di assistenza. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione mondiale della sanità, che in occasione della ricorrenza, ha presentato il rapporto annuale Working together for health. Solo in Africa, ci sono trentasei nazioni in cui si contano due medici ogni cento persone. Ma soprattutto manca di un piano di investimenti e di formazione. L’Oms ha rilevato che, nei paesi più poveri, la mancanza coesiste con la presenza di personale disoccupato, soprattutto a causa dell’assenza di fondi, di interferenze politiche e di deficienze del marcato del lavoro. Questo provoca l’esodo di competenze: quasi un quarto dei medici formati in Africa si trasferisce in nazioni dell’Ocse dove può arrivare a guadagnare 15 volte di più che nel suo paese. Nei paesi in via di sviluppo, dove si trova un quarto del bisogno sanitario mondiale, c’è solo il tre per cento del personale medico e paramedico di tutto il mondo, mentre negli Usa e in Canada, dove il fabbisogno sanitario è il dieci per cento di quello globale, si trova il 37 per cento della forza lavoro. “È stato incentivato il flusso di personale sanitario dai paesi poveri a quelli ricchi, con il conseguente depauperamento dei servizi sanitari dei paesi in via di sviluppo già provati da gravi carenze strutturali”, ha sottolineato Lee Jong-Wook, direttore generale dell’Oms. Le soluzioni a questa crisi vanno cercate a ogni livello: locale, nazionale e internazionale, con il sostegno delle Nazioni Unite, dei governi, di organizzazioni non governative e dei leader delle comunità. (t.m.)

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