HomeSaluteTornare a camminare dopo una lesione al midollo grazie alla stimolazione elettrica

Tornare a camminare dopo una lesione al midollo grazie alla stimolazione elettrica

Il paziente paraplegico aveva perso l’uso delle gambe per una grave lesione del cono midollare causata da un incidente sportivo avvenuto quattro anni fa. Ma oggi, è tornato a camminare riuscendo a percorrere, con il solo aiuto di deambulatore e tutori, un chilometri. Un risultato, una prima mondiale, raggiunto con la stimolazione elettrica epidurale e ottenuto dai ricercatori del MINE Lab dell’Università Vita-Salute San Raffaele, dell’Ircss Ospedale San Raffaele e della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. I risultati del caso-studio sono stati pubblicati sulle pagine di Med di Cell Press.

L’incidente

Dopo un incidente sportivo, un uomo di 33 anni aveva riportato una lesione a livello delle ultime due vertebre del torace, danni alle radici nervose delle prime due vertebre sacrali, che collegano il midollo ai muscoli delle gambe. Per questa tipologia di lesioni, estremamente complesse, le opzioni terapeutiche si concentrano sulla riabilitazione, anche se i risultati sono modesti. Il paziente, infatti, si era sottoposto a due cicli di riabilitazione senza però ottenere benefici. É stato quindi incluso nel trial clinico Neuro-SCS-001, che ha lo scopo di valutare gli effetti della stimolazione elettrica epidurale combinata con un programma di riabilitazione personalizzato.

La stimolazione elettrica epidurale

Da qui, i ricercatori hanno per prima cosa impiantato un neurostimolatore midollare nello spazio epidurale del paziente paraplegico. Hanno poi attivato la stimolazione, permettendo di riaccendere alcuni circuiti nervosi residui. Successivamente al paziente è stato chiesto di eseguire un programma di riabilitazione innovativo, con esercizi di realtà virtuale. “Abbiamo impiantato un sistema di stimolazione midollare con 32 elettrodi, posizionandolo in corrispondenza dell’ultima vertebra toracica”, ha raccontato a Repubblica Pietro Mortini, primario di Neurochirurgia dell’Irccs, ordinario di Neurochirurgia dell’ateneo meneghino e coordinatore del MINE Lab insieme a Sandro Iannaccone, Direttore del Dipartimento di Riabilitazione al San Raffaele, e Silvestro Micera, Ordinario di Bioelettronica e Ingegneria Neurale della Ssa. “La stimolazione, una volta attivata, ha consentito di riaccendere alcuni circuiti nervosi residui, in particolare quelli che controllano i muscoli del tronco e i flessori dell’anca, essenziali per il recupero della postura e della camminata”.

I risultati

Come si legge nello studio, infatti, i risultati ottenuti sono stati essenzialmente un miglioramento significativo della forza muscolare, della deambulazione e del controllo motorio e posturale. Dopo tre mesi, il paziente è stato in grado di percorrere 58 metri in sei minuti, mentre a sei mesi dall’intervento è riuscito, con l’uso di un deambulatore e dei tutori, a camminare per un chilometro. A breve, inoltre, il team di esperti opererà il decimo e ultimo paziente previsto dal protocollo, chiudendo di fatto la fase sperimentale. “Avremo quindi una evidenza scientifica molto forte per sostenere l’estensione di questo approccio al di fuori di un trial clinico, ai pazienti in cui è più probabile il beneficio e che rientrano nei criteri di inclusione”, ha concluso l’esperto. “Ovviamente parliamo di un trattamento riabilitativo che non può essere improvvisato, reso oggi possibile da un grande finanziamento e da una squadra polispecialistica con altissime competenze”.

Via: Wired.it

Credits immagine: andreas160578 da Pixabay

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