Categorie: Ambiente

Troppa acqua per l’etanolo

La produzione di etanolo, il biocombustibile derivato dal mais, richiederebbe un consumo di acqua tre volte più alto del previsto. È quanto emerso da uno studio pubblicato su Environmental Science and Technology dall’Università del Minnesota.

L’etanolo, ottenuto attraverso la fermentazione del mais, fa parte della prima generazione di biocombustibili. Negli Stati Uniti e in Brasile è la più importante alternativa ai derivati del petrolio. Da anni però la comunità scientifica discute su quanto la sua produzione sia conveniente in termini di impatto ambientale. Uno dei nodi di discussione, per esempio, è l’effetto dei fertilizzanti utilizzati nelle coltivazioni di mais non a scopo alimentare, responsabili della desertificazione di alcune aree nel Golfo del Messico. Nonché della emissione di alte quantità di biossido di azoto (NO2), un gas serra rilasciato dai batteri che prosperano nelle terre molto ricche di azoto.

In questo studio è stato preso in considerazione un altro aspetto controverso: l’acqua necessaria alla produzione dell’etanolo dal mais. Secondo i ricercatori statunitensi le stime fatte finora non tengono conto di un fattore molto importante: la variabilità regionale delle condizioni climatiche, dei sistemi di irrigazione e della loro efficienza.

Gli studiosi hanno realizzato una mappa delle coltivazioni di mais destinato alla produzione di combustibile e hanno rilevato che l’80 per cento del granturco viene raccolto entro un raggio di 64 chilometri dalla raffineria dove viene trasformato in etanolo. Utilizzando i dati regionali sul tasso d’irrigazione dei terreni, si è ottenuta una stima dell’acqua necessaria per produrre la “benzina biologica”.

I calcoli parlano chiaro: la quantità di acqua necessaria varia da cinque a 2.138 litri per ottenere un solo litro di etanolo. “Negli Stati con un clima più umido occorre poca acqua, quasi tutta destinata alla bollitura e alla distillazione del mais”, spiega Sangwon Suh coautore dello studio, “mentre nelle zone più aride, come Nabraska, Colorado e California, la quantità di acqua sale esponenzialmente perché necessaria all’irrigazione”.

Nel futuro il consumo di acqua è destinato ad aumentare, vista la crescente esigenza di combustibili alternativi che sta spingendo le coltivazioni di mais verso aree aride e che richiedono grandi quantità di acqua ed energia per la produzione del biocombustibile. Il rischio è che, alla fine, l’energia generata dall’etanolo sia minore di quella necessaria per produrlo.

“È necessario promuovere la produzione di etanolo negli Stati con tassi di irrigazione più bassi. Negli altri la diffusione di questo tipo di coltivazione può diminuire seriamente le scorte di acqua già scarse”, concludono i ricercatori. (i.n.)

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