Tumori, ancora troppa disinformazione sui fattori di rischio

Per natura, siamo attratti dalle storie, purtroppo a volte persino quelle false. E non a caso, le fake news dilagano in tutti gli ambiti, dalla politica alla cronaca, dalla scienza alla salute. Anche su un tema delicato e complesso come quello dei tumori e della prevenzione, spesso alcune delle nostre convinzioni sono errate. A mostrarlo è uno studio inglese, condotto dalla University College London, che rivela come una buona fetta della popolazione del Regno Unito – ma probabilmente questo dato può essere esteso ad altri paesi – ritenga che alla base dei tumori vi siano delle abitudini o dei comportamenti che in realtà non rappresentano realmente un rischio per la salute (o almeno il legame non è provato). Mentre non è sempre informata sui reali fattori di rischio dello sviluppo di queste malattie. I risultati dell’indagine sono pubblicati sull’European Journal of Cancer.

I ricercatori hanno intervistato 1330 cittadini inglesi, un campione rappresentativo della popolazione. Soltanto la metà (il 52% per la precisione) delle reali cause sono state identificate correttamente: fra queste il fumo, riconosciuto come fattore di rischio dall’88% degli intervistati, il fumo passivo dall’80% e le scottature solari dal 60% dei partecipanti. Dai risultati è emerso inoltre che chi conosceva più accuratamente i reali fattori di rischio per lo sviluppo di un tumore aveva anche maggiore probabilità di aderire ad uno stile di vita sano, scegliendo ad esempio di non fumare, e di mangiare frutta e verdura in quantità.

La consapevolezza si conferma dunque come un’arma importante in termini di prevenzione: “Circa quattro casi su 10 di cancro potrebbero essere evitati”, ha sottolineato Clare Hyde, ricercatrice del Cancer Research Uk, “Il fumo, l’obesità e l’esposizione a lampade solari (lettini abbronzanti) sono le più importanti cause di tumore che possono essere prevenute”.

In molti casi inoltre gli intervistati hanno dimostrato di credere alle più comuni bufale sul cancro: esempio, più del 40% dei partecipanti pensa che fra i fattori di rischio vi siano lo stress e gli additivi alimentari, mentre il 35% indica le frequenze elettromagnetiche e gli alimenti geneticamente modificati (Ogm), il 19% segnala l’uso del forno a microonde e il 15% il bere dalle bottigliette di plastica. Ma questi non sono reali fattori di rischio, quanto piuttosto frutto di convinzioni errate della popolazione.

Almeno nella popolazione del Regno Unito – concludono i ricercatori – vi è dunque una scarsa capacità di discriminare tra fattori di rischio reali e cause fake nel campo dei tumori. “È preoccupante che così tante persone sostengano la presenza di fattori di rischio per i quali non ci sono evidenze convincenti”, sottolinea Samuel Smith della University of Leeds. “Rispetto alle indagini del passato, la percentuale di popolazione che crede in cause del cancro non dimostrate è cresciuta rispetto all’inizio del secolo. Un dato che potrebbe essere frutto del cambiamento del nostro accesso alle notizie e alle informazioni attraverso internet e i social media”. Anche se non rappresenta una protezione infallibile – conclude Hyde – l’arma più efficace nella lotta al cancro è proprio la conoscenza, che permette di mettere in atto comportamenti preventivi realmente efficaci, e di riconoscere facilmente bufale e fake news.

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