Uganda: stop alla legge anti-gay

Non poteva esserci notizia migliore per festeggiare la sesta Giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia, che cade oggi 17 maggio. È quella arrivata durante il fine settimana dall’Uganda: il parlamento ha rimandato a data da destinarsi la discussione sulla proposta di legge – in ballo dal 2009 – che prevede la pena di morte per gli omosessuali. Non potrà essere in aula fino al prossimo febbraio, quando sarà eletto un nuovo parlamento.

La discussione era già stata rimandata una prima volta mercoledì scorso, a causa dei preparativi per l’investitura a Presidente della Repubblica del neoeletto Yoweri Museveni. Quella era l’ultima seduta regolare del parlamento e già allora la proposta avrebbe dovuto essere sospesa sino al 2012. Tuttavia, i sostenitori della legge hanno spinto affinché il testo venisse discusso venerdì, ultimo giorno di lavori del parlamento, durante il quale, per convezione, non dovrebbero essere discusse nuove leggi. A fare in modo che la discussione venisse cancellata dall’ordine del giorno è stato il neopresidente.

Dietro la decisione di Museveni c’è la forte pressione esercitata dalle azioni delle Ong locali e internazionali, con Avaaz in prima linea  – l’organizzazione statunitense ha presentato 1,6 milioni di firme di cittadini di tutto il mondo contro la legge -, e soprattutto da alcuni governi stranieri. Gli Stati Uniti, per esempio, avevano minacciato un embargo internazionale contro l’Uganda e la sospensione degli attuali contributi finanziari. Altro fattore determinante per il Presidente è stata la necessità di dimostrare all’Europa, con un’azione in favore dei diritti civili e umani, di non aver sbagliato nel riconoscere come validi i risultati elettorali che lo hanno visto vincitore.

“Ora dobbiamo assicuraci che questa vergognosa legge non torni mai al parlamento”, ha dichiarato il direttore della campagna di Avaaz, Alice Jay. Ma David Bahati, il parlamentare promotore del testo, ha subito dichiarato che il prossimo febbraio, quando il nuovo parlamento sarà operativo, proverà nuovamente a presentare la sua proposta di cui è una ferma sostenitrice la stessa moglie di Museveni.

Prima di allora, anche l’Italia dovrà esporsi in tema di omosessualità: il 23 maggio è previsto alla Camera dei Deputati, il dibattito sulla legge contro l’omofobia, per garantire l’uguaglianza e la libertà previste dalla Carta Costituzionale.

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