Un polmone artificiale in grado di fornire quasi metà dell’ossigeno di cui il corpo ha bisogno. Si chiama Hattler Respiratory Catheter, dal nome del suo inventore Brack Hattler, professore di chirurgia alla University of Pittsburgh School of Medicine. Più efficace e sicuro dei comuni respiratori e meno costoso di un normale ossigenatore, il congegno potrebbe essere impiantato temporaneamente in persone con problemi respiratori. E’ lungo circa 50 centimetri, viene inserito nella gamba attraverso una vena e poi fatto giungere fino al vaso principale che porta sangue al cuore, la vena cava. E’ costituito da membrane di fibra che introducono ossigeno nel sangue e rimuovono l’anidride carbonica. La fonte di ossigeno è situata fuori dal corpo e collegata al respiratore tramite tubi. “Ogni anno negli Stati Uniti abbiamo tra i 150 mila e i 200 mila persone che muoiono a causa di problemi respiratori”, sostiene Hattler, “c’è quindi bisogno di sostituire la funzione dei polmoni malati fornendo un adeguato supporto ai soggetti in fase di risanamento”. Il polmone artificiale può essere impiantato per due settimane circa nei malati di enfisema polmonare che hanno bisogno di un supporto respiratorio mentre curano raffreddori e altre complicazioni. Ma non solo. Serve anche ai pazienti che hanno subito traumi ai polmoni oppure ai soldati colpiti dalle armi chimiche. In attesa che il congegno venga sperimentato in Europa il prossimo anno, Hattler spera che possa già essere utilizzato negli Stati Uniti entro la fine del 2003. (r.p.)
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