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Un atlante per le emissioni di CO2

Nel bilancio globale delle emissioni di anidride carbonica per il 2009, gli sforzi di riduzione compiuti dal mondo occidentale e la crisi economica non sono bastati a compensare la crescita dell’industria cinese e delle economie emergenti: complessivamente le emissioni sono scese solo dello 0,1 per cento. A rendere note le statistiche sulle emissioni di anidride carbonica per ogni nazione è stata la US Energy Information Administration (Eia), che i grafici Mark McCormick e Paul Scruton del Guardian hanno poi elaborato, ricavandone una sorta di mappa globale. L’atlante si presenta con tanti pallini, di grandezza diversa a seconda della quantità di emissioni prodotte dai singoli Paesi.

I funzionari statunitensi dell’Eia si sono basati solamente sulle emissioni generate dalla produzione di energia, come quelle derivanti dal consumo di combustibili fossili nelle centrali, e su quelle provenienti dai veicoli a motore. Non sono state incluse nei calcoli quindi le emissioni provenienti dagli allevamenti di bestiame e quelle legate alla deforestazione. 

A dominare la classifica dei Paesi più inquinanti c’è la Cina, dove il boom economico è andato di pari passo con quello delle emissioni: nel 2009 queste sono salite del 13 per cento rispetto all’anno precedente, tanto quanto la Grecia, il Peru e la Germania messi insieme. Al secondo posto ci sono invece gli Stati Uniti, sebbene nel corso del 2009 abbiano per la prima volta diminuito le proprie emissioni di anidride carbonica, scese a livelli così bassi come non accadeva dal 1995-1996. Chiude il podio delle nazioni più inquinanti l’India, che ha aumentato i propri livelli di emissioni, per lo più per il crescente consumo di carbone nelle industrie. E malgrado giochino ancora un ruolo principe nello scenario delle emissioni globali, l’Europa, la Russia, il Canada e il Sud-Africa, hanno invece sensibilmente diminuito il loro contributo alle emissioni di gas serra.

Se però i dati vengono letti diversamente, ovvero calcolando le emissioni in proporzione del numero di abitanti delle diverse nazioni, lo scenario cambia sensibilmente: in testa si trova il territorio di Gibilterra, con 152 tonnellate di CO2 emesse procapite, contro neanche le sei della Cina e l’1,38 dell’India.

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