Un chip per cardiopatici

    Niente più scartoffie polverose e ingombranti o faldoni zeppi di documentazione e referti medici. Per i cardiopatici italiani è in arrivo la prima cartella clinica digitale, una card elettronica che conterrà tutti i loro dati personali. E, in caso di necessità, renderà più veloce l’intervento del medico, risparmiando minuti preziosi per la vita del paziente. A presentarla ufficialmente lunedì scorso durante il convegno annuale dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, è stato Attilio Maseri, professore dell’Università cattolica del Sacro Cuore e coordinatore del progetto internazionale “G8 Cardio-Anmco”, che ne ha annunciato la sperimentazione nel nostro paese come novità assoluta nel panorama mondiale.

    Un microchip incastonato in una tessera grande quanto una carta di credito conterrà i dati clinici necessari nelle situazioni di emergenza: il gruppo sanguigno, i trascorsi clinici, i risultati degli esami strumentali, ed eventuali allergie a farmaci. Il medico, servendosi di un lettore collegato al suo computer, avrà accesso alle informazioni registrate nel microprocessore e cifrate grazie a un sistema crittografico che garantisce la privacy del paziente. Alla base del progetto c’è lo sviluppo di uno standard per i database degli ospedali, un software cardiologico che consenta l’archiviazione dei referti degli esami strumentali, la raccolta dei dati clinici e la descrizione delle procedure terapeutiche e degli interventi chirurgici.

    La card per il cuore quindi sarà in grado di raccontare al medico l’intera storia clinica del paziente nel giro di pochi minuti, rivelandosi nei casi più gravi un vero e proprio “salvavita”. “Il ritardo nell’intervento medico d’urgenza è una delle cause principali dell’insuccesso terapeutico”, ha spiegato Maseri, “quindi pensiamo che questa carta ci permetterà di salvare vite umane”. Non solo: la facilità di accesso alle informazioni cliniche favorirà la mobilità dei pazienti da un ospedale a un altro, anche di città o paesi diversi.

    Il progetto è operativo da marzo e le card in circolazione sono già 50 mila, circa 350 per ogni Unità coronarica partecipante. E presto si estenderà agli altri ospedali, non solo nazionali. L’iniziativa italiana, infatti, ha già suscitato l’interesse delle altre nazioni aderenti al G8. Francia, Stati Uniti e Svizzera sono i primi paesi ad aver richiesto di poter introdurre la nuova tecnologia nei propri centri specializzati. “Oltre a essere motivo di grande orgoglio per il nostro paese”, ha concluso Maseri, “G8 Cardio-Anmco rappresenta un passo avanti enorme per la cooperazione internazionale in tema di sanità: quando la diffusione della carta elettronica avverrà su scala mondiale, anche nelle cure mediche potremo finalmente parlare di globalizzazione”.

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