Un computer ci guiderà

Nebbia in Val Padana. Nelle scorse settimane, come purtroppo succede puntualmente ogni inverno, le cronache dei giornali si sono riempite dei resoconti sugli incidenti che assillano le nostre autostrade. Il più grave vicino a Rovigo, con centinaia di vetture che si sono accartocciate nella nebbia, con alcuni morti e decine di feriti. Ma è possibile che nell’era della navigazione satellitare, delle super tecnologie e dei computer non si riescano a evitare i disastri provocati da una zona di aria opaca? In effetti qualche buona notizia potrebbe esserci. Infatti l’applicazione delle tecnologie informatiche e satellitari sui mezzi di trasporto è giunta a un punto di svolta, e sta per arrivare anche sulle nostre automobili. Dopo anni di sperimentazioni, alcuni produttori hanno deciso di inserire sui loro prototipi dei nuovi dispositivi di sicurezza. Gioielli elettronici che, come il sistema di controllo dei freni Abs, cerchino di evitare gli incidenti e non solo di limitare i danni come l’Airbag.

Uno dei punti deboli di un’automobile è proprio il suo conducente: sonno, stress, distrazioni sono spesso la causa delle disastrose carambole. Allora, i nuovi sistemi “intelligenti” potrebbero, per esempio, aiutare l’autista informandolo con un display a cristalli liquidi su tutto ciò che accade fuori del veicolo. Si potrebbe addirittura arrivare a una sorta di pilota automatico: il guidatore non dovrebbe fare altro che fornire al computer di bordo la propria destinazione e poi potrebbe viaggiare come su un treno, pronto a riprendere la guida in caso di allarme. Fino a ieri erano cose da film di fantascienza. Oggi invece tutto questo è possibile grazie ai progressi della microelettronica, della tecnologia dei sensori e delle telecomunicazioni.

La dimostrazione più eclatante dei progressi raggiunti nell’ultimo decennio è stata realizzata la scorsa estate a San Diego, in California. Infatti un tratto di 11 chilometri della Intrestate 15 nei pressi della città è stato predisposto per sperimentare proprio un sistema di guida automatico. Sotto l’asfalto è stata inserita una serie di calamite a circa 1 metro di distanza l’una dall’altra. Le vetture potevano seguire questa “corsia magnetica” grazie ai magnetometri montati sotto i paraurti. Inoltre, su ogni mezzo sono stati installati sensori per misurare la distanza dagli altri veicoli, tra cui un radar di precisione millimetrica. Il tutto era controllato e coordinato dal computer di bordo che agiva direttamente sullo sterzo, sui freni e sull’acceleratore. Così automobili, camion e anche alcuni autobus hanno marciato superandosi, accelerando e frenando senza che nessuno degli autisti sfiorasse il volante.

Il progetto è stato coordinato dal National Automated Highway System Consortium (Nahsc) americano, ma vi hanno aderito tutti i principali centri di ricerca di tutto il mondo tra i quali anche il Cnr italiano. L’esperimento di San Diego ha migliorato i risultati ottenuti nel 1996 durante una prova simile a Kimoro, in Giappone, mentre in Europa le prime automobili automatiche viaggeranno quest’anno in Olanda.

Le dimostrazioni non si sono però fermate a San Diego. Lo scorso autunno l’Università di Pittsburgh ha presentato due prototipi di automobili capaci di evitare incidenti stradali anche in condizioni di scarsa visibilità. Un risultato raggiunto grazie software “intelligenti” in grado di interpretare la segnaletica orizzontale e di evitare gli ostacoli anche senza luce.

Un altro settore in cui le nuove tecnologie potrebbero aiutare gli automobilisti è quello del controllo del traffico. Al Massachussets Institute of Technology di Boston continuano le sperimentazioni, con veicoli virtuali, sulla decongestione delle strade: gli automezzi verrebbero indirizzati da un computer centrale in grado di interpretare tutte le variabili legate al flusso degli autoveicoli. Anche la tedesca Daimler-Benz ha lanciato un sistema che combina guida automatica e controllo del traffico. Una ventina di telecamere, collegate a un computer e a un trasmettitore satellitare, permettono al software di governare il veicolo senza alcun intervento del guidatore. Tutte le immagini trasmesse al sistema centrale vengono infatti elaborate con estrema rapidità, superiore anche ai riflessi dell’uomo. Velocità di crociera e percorso vengono così stabiliti sulla base delle condizioni ambientali e del traffico circostante. Gli esperti hanno però dichiarato che questo sistema potrebbe essere già superato. Presto i radar potrebbero sostituire le telecamere perché i tempi di codifica delle onde radio sono ancora inferiori a quelli necessari per elaborare le immagini.

E il Gps? Non poteva di certo mancare. Le informazioni dei satelliti Gps potrebbero infatti aiutare il pilota a scegliere i percorsi più brevi e scorrevoli, con tanto di distanze temporali e chilometriche dal punto di arrivo. Sul monitor all’interno dell’abitacolo appare l’immagine della vettura in movimento all’interno di una mappa virtuale, con uno scarto massimo di 15 metri dalla posizione reale. E alle ricerche sull’auto del futuro partecipano anche alcuni dei colossi dell’informatica. Netscape, Ibm, Sun e Delco stanno infatti lavorando a un progetto di connessione delle informazioni satellitari con quelle del veicolo. Obiettivo: riuscire a controllare e guidare l’automobile solo con la voce.

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