Un esilio obbligato

Sono 1.500. E sono tutti pronti ad andare all’estero. I ricercatori italiani disoccupati si sono presentati oggi nella facoltà di Ingegneria della Sapienza di Roma dove hanno spiegato che la Finanziaria 2004, prevedendo il blocco delle assunzioni nelle università e negli enti pubblici di ricerca, li costringe ad andare via. Proprio questo blocco, infatti, impedisce a 1.500 ricercatori, che hanno vinto un regolare concorso, di lavorare. L’unica soluzione sembra quindi quella di emigrare: “Mi chiamo Carlo Cellamare”, dice uno dei ricercatori intervenuti, “e vi parlo a nome del Coordinamento Nazionale dei Ricercatori Senza Presa di Servizio, formato da 1.700 vincitori di concorso pubblico per ricercatore nelle università e negli enti pubblici di ricerca italiani, attualmente disoccupati da almeno due anni. Dichiariamo che almeno 1.500 di noi hanno già preso contatti con istituzioni di ricerca estere per abbandonare l’Italia. Questa decisione ci tormenta negli affetti e nell’amore per il nostro Paese, a cui abbiamo dedicato con devozione anni di lavoro e che ha investito su di noi grandi risorse economiche e culturali. Ma la nostra decisione è motivata da una situazione oramai insostenibile”. (f.f.)

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